Pensioni d’oro, Sel: occuparsi di tutti i redditi d’oro, la tassazione deve essere progressiva
Bloccatoin Commissione Lavoro della Camera il provvedimento contro le cosidette pensioni d’oro. Mercoledì il relatore Maria Luisa Gnecchi esprimerà in Aula parere negativo e proporrà il rinvio in commissione. La maggioranza ha votato un emendamento soppressivo respingendo il tetto a “3.200 euro netti” inclusa la previdenza integrativa e quella complementare. Anche Sel ha espresso voto contrario e le ragioni le spiega Titti Di Salvo vicepresidente dei deputati di Sel. «Con la riforma Fornero abbiamo già visto gli effetti disastrosi di una legge fatta in fretta e furia senza capire cosa si stesse facendo e che ha prodotto il dramma degli esodati. Per evitare questo, prosegue l’esponente di Sel, abbiamo chiesto all’INPS di verificare l’impatto della proposta Meloni, che è quella di ricalcolare le pensioni già erogate e liquidate nel tempo con il sistema di oggi, il sistema contributivo. E’ buona prassi che il legislatore prima di fare una legge sappia cosa sta facendo e quali effetti produce. Il problema dei redditi d’oro, non solo delle pensioni, si affronta con un fisco equo e progressivo. Sel ha presentato una proposta di legge in tal senso che riguarda sia le pensioni che i redditi. Noi pensiamo che la tassazione deve essere progressiva, come dice la costituzione, e che, conclude l’on. Di Salvo, le diseguaglianze non si combattono con la demagogia».
Contrari anche i rappresentanti del Pd in commissione Lavoro della Camera. «Vogliamo affrontare il problema delle pensioni d’oro con serietà evitando problemi come quelli che ci sono stati in passato», affermano Marialuisa Gnecchi, Marianna Madia e Marco Miccoli. Dal testo del ddl Meloni, sostengono «è evidente che prevale un aspetto esclusivamente propagandistico che non prevede la soluzione di un problema reale. Siamo convinti che sia necessario colpire le vere pensioni d’oro, quelle conseguite con calcoli attuariali opportunistici o con l’acquisizione di privilegi, vedi i vitalizi regionali, parlamentari e del parlamento europeo, che rappresentano in molte situazioni una impropria sommatoria di assegni pensionistici. Alla luce anche della mozione approvata in aula, è necessario avere più tempo per permettere di avere dall’Inps calcoli reali per poter decidere in modo piu’ corretto».
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