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Martedì, 4 febbraio 2014

Pensioni d’oro, Sel: occuparsi di tutti i redditi d’oro, la tassazione deve essere progressiva

pensioni

Bloccatoin Commissione Lavoro della Camera il provvedimento contro le cosidette pensioni d’oro. Mercoledì il relatore Maria Luisa Gnecchi esprimerà in Aula parere negativo e proporrà il rinvio in commissione. La maggioranza ha votato un emendamento soppressivo respingendo il tetto a “3.200 euro netti” inclusa la previdenza integrativa e quella complementare. Anche Sel ha espresso voto contrario e le ragioni le spiega Titti Di Salvo vicepresidente dei deputati di Sel. «Con la riforma Fornero abbiamo già visto gli effetti disastrosi di una legge fatta in fretta e furia senza capire cosa si stesse facendo e che ha prodotto il dramma degli esodati. Per evitare questo, prosegue l’esponente di Sel, abbiamo chiesto all’INPS di verificare l’impatto della proposta Meloni, che è quella di ricalcolare le pensioni già erogate e liquidate nel tempo con il sistema di oggi, il sistema contributivo. E’ buona prassi che il legislatore prima di fare una legge sappia cosa sta facendo e quali effetti produce. Il problema dei redditi d’oro, non solo delle pensioni, si affronta con un fisco equo e progressivo. Sel ha presentato una proposta di legge in tal senso che riguarda sia le pensioni che i redditi. Noi pensiamo che la tassazione deve essere progressiva, come dice la costituzione, e che, conclude l’on. Di Salvo, le diseguaglianze non si combattono con la demagogia».

Contrari anche i rappresentanti  del Pd in commissione Lavoro della Camera.  «Vogliamo affrontare il problema delle pensioni d’oro con serietà evitando problemi come quelli che ci sono stati in passato», affermano Marialuisa Gnecchi, Marianna Madia e Marco Miccoli. Dal testo del ddl Meloni, sostengono «è evidente che prevale un aspetto esclusivamente propagandistico che non prevede la soluzione di un problema reale. Siamo convinti che sia necessario colpire le vere pensioni d’oro, quelle conseguite con calcoli attuariali opportunistici o con l’acquisizione di privilegi, vedi i vitalizi regionali, parlamentari e del parlamento europeo, che rappresentano in molte situazioni una impropria sommatoria di assegni pensionistici. Alla luce anche della mozione approvata in aula, è necessario avere più tempo per permettere di avere dall’Inps calcoli reali per poter decidere in modo piu’ corretto».

Commenti

  • Peppe Parrone

    Come ho letto nella proposta di legge d’iniziativa dei deputati Airaudo, Di Salvo, Placido : “Coloro che hanno conseguito pensioni elevate sono in prevalenza persone che hanno percepito redditi molto elevati nel corso della loro vita lavorativa ………..” ne consegue che trattasi quindi di persone che non sono arrivate alla pensione in uno stato di povertà. Tutto il mio rispetto per queste persone. Ma non mettere un tetto max , che può essere di 5 o 6 mila euro, e stare a parlare di contributo di solidarietà oltre i 90 o 120 mila euro annui, per chi come il sottoscritto percepisce 485 euro mensili è proprio una vera presa per…………i fondelli.

  • Maurizio

    Sì, però compagni, ma perché facciamo c……. su c……?!?! Perché avete votato contro il cosiddetto “politometro” al Senato? Perché continuiamo a dare strumenti di campagna elettorale al M5S? Ammessa la vostra buona fede, di cui non dubito, ci date una spiegazione, per favore? Grazie.

  • Maurizio

    E vi prego di non fare i sottili dicendo che vi siete astenuti.

  • Gerardo

    Il testo della Meloni era una base di discussione. Non bisognava votare contro. In questo modo si percepisce che fate finta opposizione. Nel discutere in commissione del ddl Meloni si potevano fare tutte le estrapolazioni di questo mondo e se del caso apportare le modifiche.
    Il fatto è che PD e PDL non vogliono scontentare i grandi perche tanto ci sono i piccoli (sono numerosi ) e pagheranno.
    Mi sa (cone si dice a Napoli) che vi siete fatti “cosciare” dai due compari!

  • Valium

    Guarda, io non sono un parlamentare o un tecnico, ma da cittadino ignaro posso solo ipotizzare che il “politometro” sia più o meno lo specchio del più famoso “redditometro”. Il redditometro è stato criticato, specie durante il governo Monti, perché considerato uno strumento di misurazione *indiretto* (detto anche sintetico) del reddito del contribuente, mentre un approccio analitico (detto anche diretto) anche se più oneroso per lo Stato riesce a identificare con più precisione la capacità contributiva del soggetto.

    In sostanza secondo me il politometro è l’ennesimo strumento qualunquista per etichettare in modo molto approssimativo il reddito di un parlamentare, confrontando (cito dal Fatto) “patrimonio attuale, patrimonio iniziale più il reddito ufficialmente percepito nel periodo”. Purtroppo secondo me quando si tratta di soldi i calcoli non sono mai semplici quindi posso capire perché i senatori di Sel si siano astenuti.

  • Maurizio

    Forse sì, forse no. Nel dubbio, e vista la situazione in cui ci troviamo, non sarebbe stato meglio votare a favore?

  • Valium

    Magari anche sì, ma come ho detto la mia è solo un’ipotesi quindi solo il gruppo di Sel ti può rispondere. In ogni caso i tuoi sono dubbi che condivido anch’io.

  • Peppe Parrone

    Quando circa due anni fa su questo sito ebbi a condividere la proposta di qualche compagno che proponeva un tetto max di 5000 euro per le pensioni, qualcuno del partito che “conta” (anzi che contava), rispose negativamente, argomentando anche sui “diritti acquisiti”. Mi sembra che gli stessi argomenti persistono ancora. Io penso che una battaglia in difesa veramente dei “Diritti” acquisiti sarebbe opportuno farla ora, ma per tutti quei lavoratori che si trovano davanti alla drammatica scelta se rinunciare al taglio del proprio salario, o essere licenziato.

  • Gerardo

    Vi racconto la mia storia dei DIRITTI ACQUISITI.
    Nel 1975 entro a lavorare in un ente del Parastato.
    Dopo aver lottato con CGIL-Funzione Pubblica per la approvazione della Legge N° 33 detta riforma Sanitaria il mio ente viene disciolto. Passiamo con il Servizio Sanitario ed i contributi non vendono più versati allo INPS ma all’inpdap .
    I dipendenti pubblici potevano andare in pensione, all’epoca, avendo versato contributi per DICIANNOVE ANNI SEI MESI ED UN GIORNO.
    Pensavo di avere diritto ad andare in pensione con 19 anni 6 mesi ed un giorno (Pensavo di aver diritto non che volevo andare in pensione).
    Ma
    Calpestando i diritti acquisiti venne approvata una Legge che innalzavail limite minino dei contributi a:
    VENTICINQUE ANNI SEI MESI ED UN GIORNO.
    Mettendo sotto i piedi i diritti acquisiti dopo alcuni anni il limite venne elevato a Trenta Anni.
    Da tutto questo ho capito che i diritti acquisiti sono solo per chi è nel cerchio del potere.
    Ho capito male?
    Ho capito male che SEL sta difendendo una classe (UNA PARTE) di pensionati contro chi è debole ed indifeso?

  • Gerardo

    Perchè non applicare a tutti coloro la cui pensione supera i 3200€ netti mensili per la parte eccedente i 3200 € il calcolo in base ai contributi versati e non il metodo retributivo?
    E non parlatemi, per carità, di diritti acquisiti.

  • Enrico

    Mi sembra che la tassazione del reddito non abbia niente a che vedere con la questione delle pensioni elevate. Giusto chiedere all’INPS tutte le simulazioni del caso prima di fare ulteriori scemenze, ma la verifica più importante va fatta sul grado di copertura contributiva delle pensioni superiori a 5.000 € ( per esempio) . I diritti sono acquisiti sulla base dei contributi versati. Poi discutiamo dell’eccedenza : quanto, chi la paga, ect.

  • Franco Osculati

    La posizione di Sel sulla questioni delle pensioni “d’oro” è più che corretta, anche dal punto di vista costituzionale e anche perché le pensioni, nel nostro ordinamento, sono sempre state concepite come salario o stipendio differito.

  • Giuliano Ciampolini

    Siamo in un Paese dove l’Irpef viene pagata solo (cioè al 90%) dai lavoratori dipendenti, pensionati e artigiani conto terzi e parlare di colpire la ricchezza tramite “un fisco equo e progressivo” significa dire qualcosa a cui
    (essendo una proposta ripetuta da molti decenni senza ottenere nessun risultato
    significativo e persino l’evasione che viene scoperta dalla Guardia di
    Finanza… viene recuperata solo per il 5%) non può credere nessuno, ma proprio nessuno (figuriamoci in presenza ad uno dei tanti governi che NON HA NESSUNA INTENZIONE DI COLPIRE DAVVERO L’EVASIONE FISCALE E QUEL 10% CHE POSSIEDE IL 50% DELLA RICCHEZZA REALE).

    A milioni di lavoratori (con lavori pesanti) è stato tolto il DIRITTO di andare in pensione con 35 anni di contribuzione e dopo è stato tolto anche il diritto di andare in pensione con 40 anni di contribuzione;

    Centinaia di migliaia si sono trovati non solo “esodati”, ma anche lavoratori e lavoratrici che hanno superato i 60 anni, che hanno perso il lavoro e sono rimasti senza reddito… ma non sono neanche “esodati in attesa di una soluzione” e quindi sono nella disperazione totale in attesa di arrivare – senza NESSUN REDDITO – a 66 anni di età per prendere una misera pensione;

    Alle donne è stato tolto il diritto di andare in pensione all’età di 60 anni (tra queste ci sono anche tante lavoratrici autonome che hanno dovuto chiudere la propria attività – come conseguenza della crisi – e si trovano anche loro ad avere 60 o 61/62 anni e devono attendere – senza nessun reddito e senza nessuno che le consideri “esodate in attesa di una soluzione” – di raggiungere i 66/67 anni per avere una pensione che – per molte – non arriverà a 700 euro al mese;

    I giovani (cioè la grande maggioranza dei giovani) – come conseguenza della legge Dini del ’95 – quando a 67 o 70 anni andranno in pensione… avranno una pensione che non arriverà a 700 euro al mese
    (perchè è questo che produrrà… una vita di lavori precari
    intervallati da periodi di disoccupazione e un calcolo della pensione
    fatto sulla contribuzione reale versata all’Inps).

    Tanti pensioni che superano 5000 euro lorde sono state ottenute NON tramte un effettiva contribuzione, ma con il sistema retributivo, cioè tramite gli stipendi degli utimi anni (nel pubblico impiego calcolando solo l’ultimo anno e nelle Forze Armate quasi tutti hanno ottenuto gradi più alti prima di andare in pensione… proprio per avere pensioni più alte

    Per queste ragioni penso che SEL deve sostenere in Parlamento il tetto di 5000 euro lordi, per dare ridurre le diseguaglianze e dare risposte alla crescente e devastante SOFFERENZA SOCIALE.

    Giuliano Ciampolini, ex operaio tessile, iscritto a SEL

  • redazione

    Il gruppo si è astenuto per le più che probabili illegittimità, anche di natura costituzionale, dell’emendamento proposto. Infatti la disposizione aveva come obiettivo una indagine retroattiva di venti anni da parte dell’Agenzia delle entrate per la verifica dei comportamenti fiscali di coloro che avessero svolto funzioni politico istituzionali di ogni livello. Appare evidente che si andavano determinando due fattispecie di sperequazione: la prima rispetto ai termini di verifica retroattiva dei comportamenti fiscali, la seconda in ordine alle qualità soggettive di coloro da sottoporre al provvedimento. Ti aggiungo che chiunque svolga funzione politica da almeno 15 anni è obbligato alla pubblicazione delle proprie denunce dei redditi e alla comunicazione tempestiva delle variazioni del proprio patrimonio, dati peraltro accessibili e resi pubblici ormai da tempo. Noi riteniamo che non è accettabile che la funzione politica sia sottoposta ad un sospetto preventivo anche se infondato che colpisca tutti quelli che si impegnano nelle attività istituzionali a prescindere dal loro agire e dai diversi comportamenti. Sarebbe come ammettere che la politica è tutta uguale e che in questi anni non ci sono state differenze. Capisco bene che con il clima che c’è nel paese e la perdita di credibilità della politica questi temi sono molto popolari, anche perché spesso vengono lanciati come slogan senza nessun approfondimento serio. Ma credo anche che un partito come il nostro non può arrendersi a tutta questa demagogia.

    Luciano Uras Senatore Sel

  • Maurizio

    Grazie per la risposta esaustiva, innanzitutto. Però, se anche posso accettare alcuni dubbi di legittimità dello strumento, e il fatto che chi svolge una funzione politica già debba pubblicare denuncia dei redditi e quant’altro, non condivido le “qualità soggettive”. Nel senso che non è un sospettare, è semplicemente un controllare e non ci trovo niente di male. Altrimenti tutti gli accertamenti del Fisco sarebbero basati su un sospetto non giustificabile. Infine, non credo che sarebbe stato un arrendersi alla demagogia, proprio per il fatto che non ritengo il “politometro”, o come vogliamo chiamarlo, uno strumento demagogico, ma di semplice controllo di chi ricopre incarichi pubblici. Così come non è il redditometro uno strumento di vessazione, ma di semplice controllo. Ad ogni modo, ti ringrazio ancora per la risposta e buon lavoro!

  • Tru3dom

    Rileggere queste dichiarazioni dopo l’expò, il mose, i dubbi su l’aquila e le previsioni per la tav è molto esilarante.