Per il nuovo soggetto una sfida ecologista che guardi all’Europa
Per la prima volta dopo anni la nascita del gruppo parlamentare di Sinistra Italiana, con l’assemblea del Quirino, mette in relazione la domanda di partecipazione con un’offerta politica di sinistra.
Certo i soggetti politici non nascono da una fusione parlamentare né la cultura della sinistra può oggi essere rappresentata simbolicamente solo da una parola che rischia di essere schiacciata nel passato novecentesco. Da lì dobbiamo partire per affermare che c’è bisogno di molto altro.
Intanto per affermare che non c’è sinistra nel XXI secolo se questa non assume la questione ecologista nella sua autonomia e capacità di qualificare un orizzonte ideale ed etico oltre che programmatico.
Sia chiaro: non si tratta per gli ecologisti di ritagliarsi uno spazio tematico, ma di sfidare definitivamente la sinistra nella costruzione con il nuovo soggetto, finalmente, di un partito ecologista in relazione organica con i verdi in Europa, oltre che con la sinistra europea.
A Roberto Della Seta mi viene da dire e da chiedere: gli ecologisti possono limitarsi a fare l’esame del sangue a quanto di verde c’è nella sinistra italiana oppure dobbiamo accettare la sfida per un egemonia culturale e di visione nel nuovo soggetto? Io penso che accettare questa sfida sia essenziale per il futuro dell’ecologismo politico in Italia oltre che per un successo di questa proposta di sinistra.
Il rischio di fare di Sinistra Italiana un partitino senza partecipazione e di matrice socialdemocratica è evidente; per questo penso che dobbiamo investire l’assemblea costitutiva di gennaio 2016 di una sovranità costituente così come non possiamo rassegnarci alle strade separate con il movimento di Civati, portatore di una cultura politica non tradizionale.
Sel in questi anni, non solo nel nome, ha fatto dell’incontro tra sinistra ed ecologisti il terreno più avanzato di questa necessità, ma certamente dobbiamo andare oltre.
Il tema della cittadinanze delle culture politiche nel nuovo soggetto della sinistra si risolve con la partecipazione, l’innovazione e un modello organizzativo sobrio e fondato sul mutualismo. Dobbiamo lavorare molto in questa direzione attingendo nel meglio delle culture politiche ambientaliste, pacifiste, femministe.
La Sinistra Italiana, o come si chiamerà dopo l’assemblea di gennaio, deve essere un laboratorio di idee e mobilitazioni capaci di guardare all’Europa e ai suoi movimenti più coraggiosi nelle sperimentazioni democratiche.
Intanto abbiamo una importante occasione di mobilitazione concreta che incrocia tre grandi questioni: il vertice di Parigi sul clima, il divieto per le manifestazioni previste a Parigi, la lotta contro la guerra.
La manifestazione del 29 novembre a Roma per il clima è un appuntamento degli ambientalisti e per tutta la sinistra. Ci vediamo in piazza.
*presidente assemblea nazionale Sel
Dal quotidiano il Manifesto
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