Per una «fusione calda» di società e partiti
Nei giorni scorsi qualche quotidiano ha dato la sorprendente notizia che «la Castellina torna in politica». Io, per la verità, pensavo di non esserne mai uscita, ma non sono stata sorpresa dell’annuncio: è ormai corrente l’idea che la politica sia cosa solo dei partiti e dei deputati, non dei cittadini. Perciò non fanno politica movimenti e associazioni, né singolarmente, né in coalizione. E ovviamente neppure io che da 20 anni non ho più partito, e tanto meno mandato parlamentare, e sono “solo” partecipe di quel che si muove a sinistra nella società.
Se questa settimana vengo ufficialmente riammessa nella categoria dei «politici» è perché avrei accettato di dialogare con un partito, Sel; col quale ho peraltro dialogato sempre, sia pure in forme più casuali.
Trascorsa la Pasqua voglio dar conto delle ragioni che mi hanno indotto ad accettare il confronto più serrato e diretto che a me e a qualche altro compagno è stato offerto da Sel, per — come ha detto il suo coordinatore nazionale Nicola Fratoianni — «andare con Sel oltre Sel e dare così maggior forza alla nostra convinta volontà di apertura».
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francesco