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Giovedì, 26 giugno 2014

Per una vera riforma del Senato che coinvolga i cittadini

Senato

Stamattina con i senatori Casson e Chiti (Pd), Campanella (componente del Gruppo Misto “Italia lavori in corso”) e Mauro (Per l’Italia) abbiamo presentato 15 sub-emendamenti al testo di riforma istituzionale. E’ bene chiarire subito che la nostra intenzione non è affatto ostacolare un’efficace riforma istituzionale né difendere strenuamente il bicameralismo perfetto. Con questi emendamenti vogliamo, al contrario, evitare che la riforma si riveli come un’innovazione finta e di facciata per renderla invece davvero utile al funzionamento delle istituzioni democratiche.

A firmare questi emendamenti avanzate sono quasi 40 senatori di diversa collocazione politica, alcuni facenti parte della maggioranza e altri dell’opposizione. Ciò dimostra di per sé che non c’è alcun calcolo di partito o di schieramento dietro la nostra posizione, ma solo la convinzione che la riforma, così com’è, non funzioni e che sia interesse di tutti correggerla positivamente sia in termini di efficienza che di democraticità effettiva.

Non siamo affatto insensibili al tema dei costi della politica. La nostra proposta prevede una diminuzione non solo del numero dei senatori ma anche di quello dei deputati, che andrebbe o dimezzato o portato a 470. Quei costi verrebbero dunque tagliati ben più sostanzialmente di quanto non faccia l’attuale testo.

Insistiamo nel chiedere che il Senato resti elettivo. Non c’è alcun motivo per non lasciare al popolo il potere di decidere chi deve rappresentarlo. I criteri di elezione di secondo livello previsti dal testo sono destinati a decurtare fortemente il tasso di democraticità delle nostre istituzioni, dal momento che si tratterebbe di un nomina appena camuffata. Sul piano della funzionalità, poi, l’ipotesi di un senato composto da consiglieri regionali e amministratori locali non si sa ancora come scelti, impegnati cioè in doppio incarico, ha già dato prove fallimentari ovunque, in Italia e in Europa, sia stata sperimentata.

La decisione di nominare senatori 100 amministratori locali rende inoltre obbligatorio rivedere il criterio dell’immunità parlamentare. In tutta evidenza non è accettabile, soprattutto in questo Paese e in un momento tanto segnato da corruzione e scandali a livello locale, che alcuni amministratori locali siano più al riparo di altri dalle indagini della magistratura. E’ inoltre impossibile, oltre che probabilmente incostituzionale, adoperare criteri diversi per i senatori e per i deputati.

Chiediamo dunque prima di tutto che, ferma restando quell’insindacabilità dei parlamentari per le loro parole e opinioni che è il pilastro della democrazia, venga cancellata l’immunità in entrambi i rami del Parlamento. In subordine proponiamo, ove invece rimanga l’istituto dell’autorizzazione da parte delle camere e questa venga negata che, in quel caso e solo in quel caso, la decisione finale venga delegata alla Corte costituzionale.

Riteniamo inoltre necessario allargare il campo delle competenze del prossimo Senato che, pur non votando la fiducia, dovrebbe comunque occuparsi di questioni che, per la loro delicatezza e per la loro fondamentale importanza. non possono essere affrontate solo da una camera, oltretutto eletta con un forte premio di maggioranza: i rapporti con la Chiesa e con tutte le confessioni religiose, le libertà personali e quella di pensiero, le garanzie processuali, i diritti politici e sociali, la tutela della salute, i casi di ineleggibilità, incandidabilità e conflitti di interesse.

Su questa linea, che non è di conservazione ma di reale e sostanziale innovazione, intendiamo non solo dare battaglia al Senato e alla Camera ma suscitare un dibattito e una partecipazione sociale i più vasti possibile. Solo se riusciremo a coinvolgere la popolazione in un processo di riforma istituzionale che non può essere sequestrato dal ceto politico potremo rimodellare una riforma delle istituzioni che altrimenti finirebbe per conservare invece che innovare, e per peggiorare la malattia della democrazia italiana invece di aiutare a guarirla.

 Scheda su riforma Senato

Commenti

  • Marco Baggioli

    Siamo giunti al paradosso che si vuol far passare il fatto che 100 nominati sostituiscano il Senato di eletti, spacciando questa operazione come atta a rendere più efficiente i lavori parlamentari. Basterebbe definire ambiti diversi di intervento per le due camere, ma pensare che 100 consiglieri regionali e/o sindaci possano surrogare 100 senatori mi sembra una corbelleria. Prima di tutto se uno fa con impegno e senso di servizio in consigliere regionale o il sindaco, non vedo dove possa trovare il tempo per trasferte continuative nella capitale, svolgendo il lavoro di senatore in modo compiuto. Negli stessi USA ci sono due camere, ma entrambe sono elettive. Allo stesso modo per accedere alla carica di senatore è giusto passare dal vaglio degli elettori PER QUELLA CARICA non per quella di consigliere regionale, uno deve rispondere del suo lavoro politico per la carica per cui è stato eletto.
    Ma sono anche ben altri i pericoli antidemocratici che questa riforma elettorale e costituzionale nata dall’incontro del “renzismo” con il “berlusconismo” determineranno, di questo spero avremo tempo di discutere, ma soprattutto abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo di un’iniziativa politica di SEL anche nel paese, non solo in Parlamento. Pecchiamo di eccessiva “timidezza” politica. Qui si stanno chiudendo gli spazi di democrazia e pluralismo, occore reagire.

  • Angelo Alonzo

    Forse caro Marco è proprio voler istituzionalizzare la confusione il faro della riforma proposta da Renzi, dio lo voglia in gloria, altrimenti non si spiegherebbe il voler fare una riforma del senato senza sapere cosa deve fare e dove andare!

  • santosal

    Secondo la mia opinione il malaffare più grande dell’Italia è il Self-Service dalle casse dello Stato e della corruzione in generale. Il self-service dalle casse dello Stato è anche corruzione!! Quindi più che dimezzare il numero dei cosidetti onorevoli, vanno dimezzati i loro stipendi, affinchè si occupi della cosa dello Stato chi soffre come i cittadini, oggi ostaggio di queste caste. Che non si venga a dire che poi alla fin fine il risparmio è esiguo. è vero il risparmio sarà esiguo, ma chi conduce un tenore di vita alto soffre non perchè non ce la fa, ma perchè si vede portare via tanti privilegi e quell’onorevole non acconsentirà mai che vengano dimezzati i privilegi in generale, perchè lui è il primo a goderne insieme ad altre centinaia di migliaia, compresi quelli della sanità e tutti i suoi compagnoni. Quindi bisogna a colpire la mentalità del privilegio e poi vedrete che cambieranno tante cose. In questo potrete fare corpo unico con quello dei 5 stelle, per il resto poi si vedrà, cominciate a fare sul serio anche voi compagni di SEL, solo così si può far fronte al populismo, cominciando a combattere la corruzione anche quella mentale. In questo senso buon lavoro a tutti quegli onorevoli che effettivamente sono degni di questa insigna.