Per una vera riforma del Senato che coinvolga i cittadini
Stamattina con i senatori Casson e Chiti (Pd), Campanella (componente del Gruppo Misto “Italia lavori in corso”) e Mauro (Per l’Italia) abbiamo presentato 15 sub-emendamenti al testo di riforma istituzionale. E’ bene chiarire subito che la nostra intenzione non è affatto ostacolare un’efficace riforma istituzionale né difendere strenuamente il bicameralismo perfetto. Con questi emendamenti vogliamo, al contrario, evitare che la riforma si riveli come un’innovazione finta e di facciata per renderla invece davvero utile al funzionamento delle istituzioni democratiche.
A firmare questi emendamenti avanzate sono quasi 40 senatori di diversa collocazione politica, alcuni facenti parte della maggioranza e altri dell’opposizione. Ciò dimostra di per sé che non c’è alcun calcolo di partito o di schieramento dietro la nostra posizione, ma solo la convinzione che la riforma, così com’è, non funzioni e che sia interesse di tutti correggerla positivamente sia in termini di efficienza che di democraticità effettiva.
Non siamo affatto insensibili al tema dei costi della politica. La nostra proposta prevede una diminuzione non solo del numero dei senatori ma anche di quello dei deputati, che andrebbe o dimezzato o portato a 470. Quei costi verrebbero dunque tagliati ben più sostanzialmente di quanto non faccia l’attuale testo.
Insistiamo nel chiedere che il Senato resti elettivo. Non c’è alcun motivo per non lasciare al popolo il potere di decidere chi deve rappresentarlo. I criteri di elezione di secondo livello previsti dal testo sono destinati a decurtare fortemente il tasso di democraticità delle nostre istituzioni, dal momento che si tratterebbe di un nomina appena camuffata. Sul piano della funzionalità, poi, l’ipotesi di un senato composto da consiglieri regionali e amministratori locali non si sa ancora come scelti, impegnati cioè in doppio incarico, ha già dato prove fallimentari ovunque, in Italia e in Europa, sia stata sperimentata.
La decisione di nominare senatori 100 amministratori locali rende inoltre obbligatorio rivedere il criterio dell’immunità parlamentare. In tutta evidenza non è accettabile, soprattutto in questo Paese e in un momento tanto segnato da corruzione e scandali a livello locale, che alcuni amministratori locali siano più al riparo di altri dalle indagini della magistratura. E’ inoltre impossibile, oltre che probabilmente incostituzionale, adoperare criteri diversi per i senatori e per i deputati.
Chiediamo dunque prima di tutto che, ferma restando quell’insindacabilità dei parlamentari per le loro parole e opinioni che è il pilastro della democrazia, venga cancellata l’immunità in entrambi i rami del Parlamento. In subordine proponiamo, ove invece rimanga l’istituto dell’autorizzazione da parte delle camere e questa venga negata che, in quel caso e solo in quel caso, la decisione finale venga delegata alla Corte costituzionale.
Riteniamo inoltre necessario allargare il campo delle competenze del prossimo Senato che, pur non votando la fiducia, dovrebbe comunque occuparsi di questioni che, per la loro delicatezza e per la loro fondamentale importanza. non possono essere affrontate solo da una camera, oltretutto eletta con un forte premio di maggioranza: i rapporti con la Chiesa e con tutte le confessioni religiose, le libertà personali e quella di pensiero, le garanzie processuali, i diritti politici e sociali, la tutela della salute, i casi di ineleggibilità, incandidabilità e conflitti di interesse.
Su questa linea, che non è di conservazione ma di reale e sostanziale innovazione, intendiamo non solo dare battaglia al Senato e alla Camera ma suscitare un dibattito e una partecipazione sociale i più vasti possibile. Solo se riusciremo a coinvolgere la popolazione in un processo di riforma istituzionale che non può essere sequestrato dal ceto politico potremo rimodellare una riforma delle istituzioni che altrimenti finirebbe per conservare invece che innovare, e per peggiorare la malattia della democrazia italiana invece di aiutare a guarirla.
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Marco Baggioli
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Angelo Alonzo
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