Piove ed è subito emergenza idrogeologica. Calabria e Sicilia in ginocchio
Sono state ore di forte maltempo in Calabria quelle di questo weekend. Forti temporali hanno investito da prima la zona del Pollino, nel cosentino, e successivamente si sono spostati sulla fascia Jonica coinvolgendo le zone di Catanzaro, Locri e Reggio Calabria. Nel catanzarese sono caduti 600 millimetri d’acqua in 48 ore, con forti mareggiate a Catanzaro Lido, Siderno e Caulonia, mentre nel resto della regione impressionanti sono le immagini che immortalano il tratto di ferrovia tra Roccella Jonica e Palizzi, sulla linea che porta a Melito Porto Salvo, che con l’esondazione del fiume Ferruzzano rimane sospeso nel vuoto.
Dopo le forti pioggie di quest’estate, il 12 agosto a Rossano e Corigliano Calabro sono finiti nella morsa del fango, ancora pioggia violenta sui territori calabresi e i loro abitanti. Piove ed è subito emergenza idrogeologica.
Oltre alla situazione della ferrovia, crolla la SS 106 nel tratto vicino al torrente Allaro mentre un uomo di 43 anni a Taurianova, nel reggino, perde la vita travolto dalla forza dell’acqua. Numerosi sono stati gli interventi dei vigili del fuoco, impegnati con unità di emergenza, per trarre in sicurezza gli abitanti delle zone colpite rimasti isolati e intrappolati nelle loro abitazioni.
In Calabria, secondo le stime di Coldiretti, circa l’82% dei comuni avrebbe un area del proprio territorio a forte rischio idrogeologico. I cambiamenti climatici ormai evidenti anche nel nostro Paese mostrano tutta la fragilità e vulnerabilità dei nostri territori, ove sì le forti alluvioni hanno messo in pericolo particolare la sicurezza delle persone, ma anche l’incuria e la progettualità più che discutibile giocano un ruolo di primaria importanza quando si scatenano fenomeni naturali estremi e violenti come questi. Una legge regionale poco chiara riguardo alle successive responsabilità conclude sicuramente il quadro.
Il responsabile ambiente regionale di Sinistra Ecologia Libertà Antonio Guerrieri racconta così l’accaduto: «E’ stato un Apocalisse dolce, nel modo di compiersi, non nel risultato finale. Non una tempesta, ma quasi quarantotto ore di inusuale pioggia incessante, mareggiate, e vento che hanno annichilito un intero territorio provinciale e in particolar modo la Locride, 42 comuni e 140 mila abitanti, completamente isolati per ore, essendo crollate la statale 106 in più punti, la ferrovia jonica rimasta sospesa nel vuoto in un punto, cadute frane su tutte le strade provinciali e interi paesi collinari più volte isolati nonostante il continuo pronto intervento delle autorità che al di là di quelle dei singoli comuni si sono ritrovate a fronteggiare emergenze continue in tutti i novanta comuni della provincia. Danni anche all’interno di alcune chiese, acqua piovana anche all’interno dell’ospedale, crolli in strutture pubbliche e private indenni da decenni. Sarebbe quindi semplice parlare anche stavolta di fatalità, ma così, come le altre volte, non è».
Anche l’On. Celeste Costantino di SEL con un post su Facebook scrive: “Vedo le immagini della Statale 106 e soffro di fronte a quel disastro, ma non ne ho bisogno per capire che la Calabria sta drammaticamente sprofondando.”
«Perché ancora una volta è stata messa a nudo la scarsa prevenzione generale e la scarsa consapevolezza dell’importanza della prevenzione da porre in essere individualmente e come comunità» continua Antonio Guerrieri «che è spiegabile indubbiamente, ma non giustificabile, con gli effetti dei continui segnali politici che vengono populisticamente inviati agli italiani attraverso i continui condoni, attraverso l’utilizzo sistematico del sistema emergenziale per derogare ai vincoli, attraverso decreti come lo Sblocca Italia che, come SEL ha da sempre denunciato, sono un ariete contro vincoli e buon senso e a favore della cementificazione selvaggia del Paese. Adesso però è il momento di agire restituendo con urgenza a queste popolazioni le condizioni minime di vivibilità attraverso tutti gli strumenti di cui il Governo dispone e già utilizzati in altri contesti, per poi procedere alla contemporanea individuazione delle responsabilità e delle criticità nei luoghi e negli atti amministrativi inesistenti o grossolani e alla predisposizione di un piano di intervento e monitoraggio di medio e lungo periodo per sostenere gli incolpevoli cittadini ed evitare il ripetersi di questa situazione. Dovrebbero essere concetti banali e scontati, ma da queste parti sono ancora troppo vivi i ricordi e gli effetti degli scellerati interventi post-alluvionali del passato, per evitare di ribadire ciò che scontato purtroppo non è».
Sono 6.633 i Comuni in Italia a rischio idrogeologico. 6.250 le scuole e 550 gli ospedali che sorgono in aree a rischio. Di poche settimane fa la proposta di Sinistra Ecologia Libertà presentata nella quale si chiedeva un intervento repentino del Governo. Sinistra Ecologia Libertà domanda l’esclusione delle spese per contrastare il in dissesto idrogeologico dai vincoli del patto di Stabilità; un piano pluriennale dotato di finanziamenti certi e programmati, per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, per la messa in sicurezza del nostro territorio e di adattamento ai cambiamenti climatici: individuare nella difesa del suolo la principale “grande opera” infrastrutturale; interventi per favorire la delocalizzazione di immobili situati in aree ad elevato rischio idrogeologico; una seria legge sulla limitazione del consumo del suolo.
Anche in Sicilia in queste ore le forti piogge stanno causando danni e paura nelle zone di Messina, Catania ed Enna. Una frana in quest’ultima città causa disagi di accesso e alla circolazione, alcune famiglie sono state allontanate dalle loro abitazioni. Le Isole Eolie e Ustica sono isolate e molti sono i danni alle imbarcazioni. Moltissime le segnalazioni di emergenza arrivate alla protezione civile.
Marco Furfaro, responsabile nazionale ambiente per Sel commenta così la situazione: «E’ un Paese che frana ogni due gocce d’acqua e ancora non riusciamo ad avere risposte adeguate da questo governo che sembra essere più interessato a trovare una strada per togliere le tasse alle ville piuttosto che predisporre un piano di investimenti chiaro per porre fine alle drammaticità che si sviluppano puntualmente nei nostri territori in presenza di eventi metereologici estremi. Ditemi voi se non è una follia questa».