Portogallo, incarico di primo ministro al socialista Costa
Il socialista Antonio Costa è stato nominato primo ministro del Portogallo. Ora dovrà formare il nuovo governo entro martedì, sostenuto in Parlamento dalla sinistra radicale. Due settimane dopo aver provocato la caduta del governo di Pedro Passos Coelho e dopo aver vinto le elezioni legislative a ottobre, quest’alleanza conta di mettere fine alle politiche di austerità condotte dalla destra dal 2011.
Costa – che governerà con l’appoggio esterno della sinistra radicale, una situazione inedita nella storia della democrazia portoghese – ha quindi vinto il lungo braccio di ferro con Cavaco Silva: il Presidente – che appartiene allo stesso partito di Passos Coelho – aveva fin qui difeso a spada tratta l’ipotesi di un governo di grande coalizione e si era attirato molte critiche per aver scelto la strada di un governo di minoranza condannato in partenza piuttosto che incaricare subito il leader socialista. Va anche detto che nel corso dei colloqui esplorativi prima dell’affidamento del mandato nessuna intesa effettiva era stata ancora firmata dalle sinistre, ma l’impressione data dal Presidente è stata quella di voler escludere a priori i voti degli elettori del Blocco di Sinistra e del Partito Comunista dai giochi di governo. Un’impressione confermata quando Cavaco Silva ha chiesto a Costa il preciso rispetto per iscritto di alcune condizioni – come la garanzia di approvazione delle manovre finanziarie – apparsa a molti osservatori come un’iniziativa che va ben oltre il ruolo costituzionale del Capo dello Stato – e non certo richiesta all’esecutivo precedente.
La decisione di Cavaco Silva di incaricare Costa come seconda scelta rappresenta comunque una mela avvelenata per i socialisti: un conto è formare direttamente un governo, per quanto instabile, un altro è prendersi la responsabilità di far cadere un esecutivo per poi presentarsi come alternativa; in caso di successivo fallimento, il prezzo da pagare alle urne potrebbe rivelarsi molto salato – e anzi, l’unico precedente in questo senso era stato disastroso per il Ps. Al di là dei dubbi dimostrati dalla Presidenza, Costa era obbligato a cercare ad ogni costo di arrivare al governo, dal momento che è in gioco la sua stessa sopravvivenza politica: l’ex sindaco di Lisbona è infatti era arrivato alla guida del partito dopo aver fatto fuori alle primarie il precedente segretario, Antonio Seguro, reo di aver vinto le europee del 2014 di “soli” quattro punti percentuali, col 31% dei consensi. Costa, che all’inizio della campagna i sondaggi davano in grande vantaggio, invece ha addirittura perso le politiche ottenendo sostanzialmente la stessa percentuale di voti – anche se ad influire sul calo di consensi è stato soprattutto lo scandalo delle tangenti che vede coinvolto l’ex premier socialista José Socrates: dunque in seno al Ps si stava preparando una vendetta che solo l’incarico di premier poteva scongiurare, almeno a breve termine.
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