Portogallo, vince il centro destra di Coelho. Ottimo risultato per il Bloco de Esquerda che passa da 8 a 17 seggi
Portogallo un risultato elettorale che consegna il paese all’instabilità. Vince il partito conservatore, la Coalizione di centrodestra Portugal à Frente – formata dal Partido social democrata del premier uscente Pedro Passos Coelho e dal Centro democrático social –che ottiene 99 seggi, una maggioranza relativa ma che ne perde 33 rispetto al 2011. Il partito socialista, dato fino a poche settimane dal voto come vincente, esce sconfitto sprecando tutto il vantaggio accumulato rincorrendo gli elettori di centro che hanno preferito affidarsi all’originale, mentre quelli di sinistra lo hanno abbandonato. Alla fine il PS ottiene il 32,3% dei voti e 79 seggi, solo 5 in più del disastroso risultato di 4 anni fa.
La sconfitta socialista è anche il frutto di una sfiducia e di uno scoramento progressivo del suo elettorato, che è andato ad ingrossare le fila dell’astensionismo, che ha raggiunto la metà degli elettori, e che in parte si è spostato a sinistra, contribuendo al forte successo del Bloco de Esquerda, la nuova sinistra portoghese che si definisce socialista e contro il colonialismo finanziario, una formazione che raggiunge il 10,2% dei voti e passa da 8 a 17 seggi, mentre il vecchio Partido comunista português – che era coalizzato con il Partido Ecologista “Os Verdes” (PEV) nella Coligação Democrática Unitária – si ferma all’8,2% e a 14 seggi, 2 in meno del 2011.
Il paradosso è che se il centrodestra canta vittoria, la maggioranza ipotetica è nelle mani di una coalizione di sinistra.
Coelho è infatti lontano dalla maggioranza di 116 seggi necessaria per governare e soprattutto è minoranza in un Paese che si è spostato a sinistra – anche se senza entusiasmo – una sinistra che, messa insieme, raggiunge quasi il 50%, ma che è divisa, sia per le forti critiche che il Bloco de Esquerda rivolge alle politiche liberiste e alla corruzione del PS, sia per il fatto che i voti del Partito comunista sono congelati – come per il KKE in Grecia – il che preclude ogni alleanza.
Il rinnovato Bloco de Esquerda per la prima volta nella storia ha superato l’ossificato Partido Comunista, grazie soprattutto a due leader come Caterina Martins e Mariana Mortágua che, commentando il voto, hanno subito sottolineato: «Non sarà il Bloco a non far nascere un governo di sinistra. E se il presidente della Repubblica incaricherà la destra di formare il governo, noi voteremo contro. Il Bloco non consentirà un governo di minoranza nell’Assembleia». Ma la Martins e la Mortágua chiedono che il debito portoghese venga rinegoziato, cosa alla quale il socialista Costa è contrario, mentre i comunisti vogliono uscire dall’euro.