Progetto Ombrina Mare 2 – Il Governo sceglie nettamente da che parte stare
“E’ davvero un giorno buio per il nostro Abruzzo”. Inizia così il comunicato stampa del sottosegretario all’ambiente della Regione Abruzzo Mario Mazzocca, esponente di Sinistra Ecologia Libertà dopo quanto emerso dalla Conferenza di Servizi al MiSE.
“Oggi si è registrato un fatto grave ed inaudito, un evento a metà fra il raro e l’unico da quando esiste in Italia l’istituto della Conferenza dei Servizi. Un dirigente di un Ministero, dunque agente per conto del Governo, che si arroga il diritto di valutare e determinare su temi di competenza di un diverso organo costituzionale dello stato. Una decisione, quella di dichiarare “conclusa” la conferenza “a meno che emergano nuovi elementi” che portino a riaprirne i lavori, che lascia increduli. Nuovi elementi ? E gli elementi evidenziati sia il 14 ottobre scorso che oggi non sono forse “nuovi elementi” ? Fino a prova contraria, e tale prova non può essere fornita da un Ministro, ad oggi sono vigenti sia la legge regionale di divieto di ricerca, estrazione e altre attività petrolifere entro le 12 miglia, che quella istitutiva del parco marino dei Trabocchi. Due leggi che, con il verbale odierno, il Ministero dimostra di infrangere. Un comportamento grave ed inqualificabile in una Conferenza dei Servizi che, al contrario, andava immediatamente chiusa per manifesta sopravvenuta improcedibilità”.
E davanti al Ministero dello Sviluppo Economico si erano radunate ieri decine di persone provenienti dalla regione Abruzzo per manifestare, in rappresentanza dell’ampio malessere, tutto il loro dissenso rispetto ad un progetto che dimostra tutti i limiti e le pericolosità di un modello di sviluppo vecchio e privo di lungimiranza.
“È pesante e vergognosa la decisione di oggi del MiSE su Ombrina Mare.” Così esordisce il Comunicato di Sel Abruzzo. “Una scelta che va contro le volontà della Regione, dei comuni e soprattutto degli abruzzesi che hanno più volte manifestato contro queste scelte perché trasformano l’Abruzzo in un distretto petrolifero. È gravissimo il comportamento del ministero dello sviluppo economico che nell’esprimere il parere per Ombrina Mare non ha tenuto minimamente conto sia della legge regionale di divieto di ricerca, estrazione e altre attività petrolifere entro le 12 miglia, che quella istitutiva del parco marino dei Trabocchi. Adesso occorre lavorare tutti uniti nel continuare la battaglia contro le trivellazioni, e prepararsi ad avviare tutte le procedure per il ricorso al Tar contro la decisione del MiSE di oggi su Ombrina, come pure ad attivare tutti gli strumenti legali per impedire la petrolizzazione dell’Abruzzo.”
Dopo alcune indiscrezioni uscite in tarda mattinata e poi smentite, lo sgomento arriva nel primo pomeriggio quando rabbia e frustrazione fermano gli slogan e le proteste di coloro che energicamente hanno sventolato per tutto il giorno le bandiere bianche e blu “No Ombrina – Salviamo l’Adriatico”. Il silenzio nell’ascoltare i rappresentati istituzionali ha lasciato poi spazio alla voglia di rivalsa, di continuare la battaglia: “perché noi ci siamo battuti già contro i petrolieri negli scorsi decenni e abbiamo vinto! Non ci avranno mai!” dicevano alcuni mentre lo slogan: “l’Abruzzo agli abruzzesi!” continuava a riecheggiare forte in Via Molise 2.
Il Vicepresidente del Consiglio abruzzese Giovanni Loli, appena uscito dalla Conferenza di Servizi, rilascia alcune osservazioni: “Noi abbiamo fatto non una discussione sul merito oggi ma una discussione sulla procedura. Qui oggi una cosa è evidente: che si sta operando contro due leggi che sono a tutti gli effetti operanti. Possono non piacere, ma di fronte a loro non si può discutere un progetto che è totalmente in contrasto. Faremo ricorsi in sede sia civile che penale con l’avvocatura regionale. Siamo di fronte a un’arroganza inaccettabile, che porta a uno scontro istituzionale. Fino a quando siamo vivi la battaglia continua.”
“Oggi più che mai” commenta il sottosegretario Mazzocca “occorre lavorare tutti uniti per continuare la battaglia contro le trivellazioni e per uno sviluppo del nostro territorio realmente sostenibile, oltre che procedere tosto nell’avvio di tutte le procedure per opporsi a tale decisione; dalla previsione dell’ormai più che probabile ennesimo ricorso alla magistratura amministrativa, alla valutazione del profilo strettamente procedimentale in ordine al mancato rispetto di vigenti disposizioni di legge”.
Marco Furfaro responsabile nazionale all’ambiente di Sinistra Ecologia Libertà commenta: “L’arroganza del Presidente del Consiglio e dei suoi collaboratori è ormai sotto gli occhi di tutti. Accusare la nascente Sinistra di esser “fuori dal mondo” e poi chiudersi all’interno di un palazzo circondato dalle forze dell’ordine mentre fuori le strade e le piazze di un intero Paese si riempiono sempre più delle bandiere di Lanciano e dei movimenti No-Triv credo sia davvero paradossale. Certo, anche questa è una scelta. Scelta tra chi chiede rispetto per la propria terra, per il proprio lavoro, per la propria vita e quella dei propri cari, e chi invece vede nel nostro Paese solo una terra di conquista la cui bellezza e il cui patrimonio è tranquillamente monetizzabile. Noi la nostra scelta l’abbiamo fatta da tempo e la porteremo ancora avanti con determinazione, lavorando a sostegno dei comitati per la riuscita del referendum contro le trivellazioni e scendendo nelle piazze a sostegno di tutti coloro che oggi e domani ci chiederanno di immaginare insieme un mondo e uno sviluppo diverso.”