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Mercoledì, 11 giugno 2014

Quale futuro per Sel? Quale sinistra in Italia e in Europa?

europee

1) Il 4.03% conseguito dalla Lista Tsipras rappresenta un punto di partenza per ogni ragionamento sulla prospettiva futura. Un 4.03% raggiunto in condizioni difficilissime e grazie allo straordinario lavoro di migliaia di persone. Un risultato che ci dovrebbe permettere di avere rappresentanza in Europa dando voce all’insieme dei soggetti che hanno dato vita alla lista.

Siamo riusciti a bucare una cappa di oscuramento mediatico a tratti impressionante e a comunicare e convincere oltre 1 milione di persone a dare il proprio consenso alla lista sostenuta anche da SEL. Un consenso arrivato nonostante alcuni limiti evidenti dell’operazione politica e nonostante uscite inopportune di alcuni dei suoi “garanti” nazionali.

Partire dalla soddisfazione per questo risultato non deve in alcun modo scadere nel trionfalismo. Il consenso alla sinistra si è ridotto nei suoi numeri assoluti rispetto alle precedenti consultazioni elettorali e milioni di elettori che si autodefiniscono di sinistra hanno comunque preferito indirizzare il proprio voto verso il PD, il M5S o l’astensione. In questo senso il milione e centomila voti conquistati sono un punto di partenza: non solo non si devono considerare “certi e acquisiti” per il futuro, ma soprattutto non possiamo considerarli come la totalità delle forze della sinistra italiana.

Questo risultato non sarebbe stato né immaginabile né raggiunto senza il contributo di Sinistra Ecologia Libertà. L’impegno iniziato con la raccolta delle firme e proseguito senza sosta nella campagna elettorale ha permesso prima di presentare la lista e, dopo, di raggiungere il quorum. Un contributo che si è sommato a quello di altre persone singole e organizzate.

Le energie e l’entusiasmo che sono stati messi in gioco in questa campagna così difficile e faticosa hanno dimostrato, ancora una volta, l’esistenza di potenzialità a sinistra.

Un ringraziamento particolare va espresso ad Alfredo Somoza, che si è messo generosamente a disposizione, che non si è risparmiato e ha ottenuto un grande risultato personale e per la lista L’Altra Europa con Tsipras. Le sue competenze e la sua intelligenza saranno fondamentali per il nostro futuro.

2) Il voto europeo ha rappresentato un vero e proprio terremoto sia in Europa sia in Italia e ci consegna l’affermazione, in molti Paesi, di formazioni dell’estrema destra o populiste che guadagnano in consensi. Anche il Pse paga le politiche dell’austerity e subisce un arretramento. In questo quadro fa eccezione l’Italia. dove il risultato straordinario del PD blocca l’avanzata del M5S e “salva” il gruppo dei Socialisti e Democratici in Europa. Un risultato che somma diversi fattori: dal decreto sugli 80 euro, al derby contro il M5S, ai risultati e promesse del governo, alla capacità di rappresentare la domanda di innovazione del Paese (quella che noi, una volta di più, abbiamo mancato), tutti fattori attuali, che rispondono alla fotografia dei bisogni oggi presenti e quindi forse non ripetibili.

Sarebbe comunque sbagliato esprimere giudizi definitivi o semplicistici rispetto a un risultato complesso e a un quadro in evoluzione. Per questo crediamo che SEL in Parlamento debba continuare a svolgere un’opposizione di merito, capace di riconoscere i provvedimenti positivi e di contrastare quelli negativi. L’opzione della ricostituzione di un centro-sinistra per SEL è

ancora una possibilità interessante perché utile ai soggetti che vogliamo rappresentare, ma allo stato dell’arte non vediamo le condizioni per realizzare quel progetto di cambiamento che ne è condizione necessaria.

3) Sinistra Ecologia Libertà ha avuto, in questi anni, il merito innegabile di aver mantenuto aperto uno spazio per una sinistra non settaria e autoreferenziale. Dopo il disastro del 2008 eravamo rimasti senza rappresentanza istituzionale e molto vicini alla tentazione di trasformare la sinistra in un’inutile testimonianza. SEL, con un lavoro tenace e determinato, ha riaperto la partita del centro-sinistra ed è riuscita a dare rappresentanza alle ragioni della sinistra italiana. Sinistra Ecologia Libertà ha saputo svolgere questo ruolo perché ha scelto la sfida del governo del Paese e ha messo in campo una profonda capacità di innovazione culturale e politica, superando l’idea che fosse sufficiente ripercorrere le vecchie strade.

L’innovatività di SEL comincia nel nostro stesso nome dove abbiamo voluto riconciliare i valori della Sinistra con quelli dell’ecologismo e dove abbiamo enfatizzato la centralità della Libertà come precondizione della cittadinanza. Non esisterà una sinistra se non sapremo proseguire con determinazione sulla strada dell’innovazione, della modernità e della capacità di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale, economica e sociale. Rivendicare questo lavoro che ci ha portato a essere decisivi nelle vittorie di Milano, Cagliari, Genova ecc. e che ci ha permesso di riconquistare la presenza in Parlamento non significa nascondere od omettere anche i nostri errori e i nostri limiti.

È necessaria una disamina più approfondita, ma dobbiamo, fin d’ora, convenire che siamo spesso stati percepiti come troppo vicini e vincolati al PD; quasi una sorta di estensione esterna. Non abbiamo saputo interpretare la domanda di cambiamento facendocene rappresentanti nel progetto Italia Bene Comune e finendo così per essere percepiti come Sinistra della conservazione.

Dobbiamo ora, con coraggio, dichiarare che una fase politica si è conclusa per Sinistra Ecologia Libertà. Non abbiamo saputo raccogliere le potenzialità che si erano dispiegate nel Paese dopo l’elezione di Napolitano (seguita al voto dei 101) e la riedizione delle larghe intese capitanate da Enrico Letta. Abbiamo poi con troppa fretta archiviato il percorso iniziato con la nostra iniziativa di Piazza SS Apostoli a Roma e non abbiamo riflettuto sul fallimento di quella che era “La cosa giusta” da fare.

Dobbiamo chiederci quando e perché SEL ha smesso di essere, o di essere considerata, il partito che doveva aggregare la sinistra italiana. Quindi è necessario che le forze e le energie di Sinistra Ecologia Libertà si mettano di nuovo in gioco e a disposizione di un progetto più ampio, senza boria di partito e senza accogliere giudizi liquidatori non accettabili. È giunto il momento di ragionare sulla nostra utilità, di rimetterci in gioco e di riaprire una nuova partita.

4) Possiamo creare e poi abitare uno spazio politico a sinistra. Uno spazio da contendere. Uno spazio che non è garantito e che non va semplicemente conservato. Uno spazio costituito da una molteplicità di soggettività e di bisogni. Soggettività e bisogni variegati che dobbiamo valorizzare non provando inutilmente a farne sintesi o peggio a metterli in classifica: prima gli esodati e poi le partite iva? Prima il piano casa e poi la legalizzazione delle droghe leggere?? Prima gli italiani e poi gli immigrati??? Tantissime sono le istanze sociali ed economiche cui

occorre trovare risposte, in una società composita e articolata come quella attuale dove ci sono bisogni emergenti e altri da troppo tempo disattesi. Se vogliamo far ripartire un progetto di Sinistra in questo Paese, dobbiamo cercarne lo spazio, non nella geometria variabile degli assetti politici, ma nell’utilità che può avere per le soggettività sociali che abitano la crisi. E dobbiamo rifuggire il minoritarismo identitario, l’estremismo testimoniale e la fretta organizzativistica. Se si vuole costruire la Sinistra bisogna spingere sull’innovazione e accettare la sfida del governo, intesa come reale possibilità di rendere concreto il principio #primalepersone, di dare rappresentanza alle nuove soggettività sociali e di essere soggetto attivo del cambiamento. I comitati Tsipras possono essere parte di questo processo se intesi, non come scorciatoia organizzativistica, ma come luoghi accoglienti per tutte le componenti singole e collettive. Luoghi delle discussione schietta e approfondita, ma anche permeati dall'”urgenza del fare” e di sperimentare nuove forme della politica e di pratica sociale. Occorre un lavoro di lunga lena culturale e programmatico per accumulare forze e cultura politica. Una cultura politica che, ancor prima che del merito, deve porsi la questione del metodo: chi pensa alla costruzione di una sinistra larga e plurale non può che espellere dalla discussione gli elementi di intolleranza e di criminalizzazione della discussione; se larga e plurale deve diventare non può essere monolitica ed escludente. Ci dobbiamo rivolgere a tutti i soggetti interessati e interessanti comunque siano attualmente collocati.

SEL deve dare il proprio contributo a questo processo a partire da sé. Per questo avanziamo 3 proposte:

1) Dal 24 luglio al 3 agosto si terrà a Milano la festa nazionale di SEL. Proponiamo che il nome e il tema della festa sia “La Sinistra – prima le persone”. Proponiamo che SEL nazionale e SEL Milano costruiscano uno spazio pubblico di confronto e discussione che comprenda le forze di sinistra, ambientaliste, socialiste italiane ed europee per interrogarsi insieme e iniziare a declinare risposte. Un luogo di dibattito non formale per iniziare a segnare il percorso che abbiamo davanti in Italia e in Europa. In questo senso diamo un giudizio positivo sull’incontro tenuto nei giorni scorsi dal nostro presidente e dal nostro coordinatore nazionale a Bruxelles.

2) Subito dopo l’estate vediamo sia utile aprire un percorso che parli di politica, organizzazioni, programmi, rivolto a tutte le soggettività A partire dalla riconvocazione della platea congressuale di Riccione. Crediamo sia un modo per restituire la parola a una platea ampia e superare i limiti del nostro ultimo congresso.

3) Proponiamo, infine, che i gruppi parlamentari di SEL diano un segno tangibile della messa a disposizione di questo progetto e ne siano protagonisti.

Luca Gibillini
Pietro Mezzi
Chiara Cremonesi
Simone Zambelli

Documento approvato dall’assemblea provinciale di Milano il 7 giugno