Quattro proposte di legge regionale di iniziativa popolare per uscire dal medioevo
Quattro proposte di legge regionale di iniziativa popolare per uscire dal medioevo, avevamo detto in occasione della presentazione… oggi, all’indomani della consegna di oltre duemila firme su quelle proposte, ci sentiamo di dire 4 proposte di buon senso, che partendo dalla Basilicata trovano nuova attualità nel dibattito nazionale.
Ma procediamo con ordine: la prima proposta di legge mette al centro la salute delle lucane e dei lucani partendo dal drammatico dato che vede la Basilicata tra le regioni in cui, negli ultimi anni, è enormemente aumentata l’incidenza dei tumori tra le cause di malattia e di morte. Ecco perchè riteniamo non più rinviabile l’istituzione di un Registro regionale dei Tumori – sia per adulti che infantile – che a differenza della già esistente anagrafe conservata presso il CROB di Rionero, conduca analisi scientifiche non solo di registrazione del dato, ma anche di ricerca a carattere sistematico e organico con valenza epidemiologica, in pratica uno strumento circa le cause che hanno determato l’aumento.
Due proposte che riguardano la difesa della qualità dell’aria e del suolo, perché intente a far valere la sovranità di una regione in materia di difesa di quella qualità, partendo da una limitazione della emissione delle sostanze particolarmente nocive e del consumo del suolo, tornando a garantire un futuro alle aree agricole e ai centri storici oggi minati in modo particolare dalle estrazioni petrolifere, ma anche dalle cementificazioni selvagge.
Infine e non per ultimo la questione della istituzione di un reddito garantito a quante e quanti oggi non hanno la possibilità di conservare nessuna dignità della persona a causa della inaccessibilità ad un reddito. Ed è proprio quest’ultimo punto oggi a rivestire la maggiore attualità anche nel dibattito nazionale, anche grazie alla confluenza nazionale sulla tematica del M5S – che proprio sulla nostra proposta regionale si è espresso in modo più che positivo – e di pezzi del Partito Democratico. Varare oggi una legge che istituisca e riconosca un reddito a quante e quanti oggi ne sono sprovvisti non significa solo restituire dignità a coloro – sempre più – che oggi, nell’incedere della crisi, vanno via via scivolando sotto le soglie di povertà, ma significa anche dotarsi di uno strumento universale che avvicini la Basilicata e l’intero paese a quell’Europa di cui spesso parliamo e da cui invece sempre più rischiamo di allontanarci. L’idea di uno strumento universale per sottrarre sempre maggiori fasce sociali dal rischio reale della povertà – relativa e assoluta – significa porre il tema di un rinnovato e riaggiornato welfare, che sappia guardare in faccia la realtà determinata dai processi in atto che sempre maggiore esclusione producono, e che parla anche alla necessità di un aggiornamento degli istituti di collocamento al lavoro, dopo i fallimenti dei Centri per l’Impiego cui abbiamo assistito in questi anni.
Oggi vi sono le condizioni affinché una misura di sostegno al reddito, sottratta dalla discrezionalità e alla logica delle filiere clientelari, trovi applicazione, rispondendo così ad un ritardo ma anche ad una aspettativa che è diventata maggioranza nel paese reale. Non vi è più spazio per ulteriori rinvii che non vogliano passare come ulteriore strappi tra paese reale e iperuranio gestionale.
Il Comitato promotore