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Venerdì, 18 marzo 2016

Referendum Trivelle: dove finisce la democrazia quando si invita ad astenersi dal voto?

si lo voglio camera

La circolare del Ministero degli Interni in merito al referendum sulle piattaforme entro le 12 miglia dalle coste è chiara quando incarica le amministrazioni pubbliche a svolgere “attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Si precisa che l’espressione “pubbliche amministrazioni” deve essere intesa in senso istituzionale riguardando gli organi che rappresentano le singole amministrazioni e non con riferimento ai singoli soggetti titolari di cariche pubbliche, i quali possono compiere, da cittadini, attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze.
Si fa, pertanto, affidamento sui doveri di equilibrio e di correttezza degli amministratori in carica, nella scelta delle modalità di eventuali messaggi di propaganda referendaria.”
Fermo restando che ognuno può, da libero cittadino, esprimere la sua personale posizione – e ci mancherebbe altro – bisogna tener presente che la Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, con la sua doppia carica, invita i cittadini a non presentarsi alle urne il 17 aprile.

Con questo la Presidente non sta esprimendo un’intenzione di voto, che le sarebbe legittima, ma sta sollecitando il suo elettorato a non utilizzare l’ultimo strumento di democrazia rimasto nelle mani del Popolo Sovrano, questo sconosciuto, con l’unica vera motivazione che se si fermassero le trivelle molte persone rimarrebbero senza posto di lavoro.
Il ricatto occupazionale a scapito della salute dei cittadini e del pianeta non può essere più oggetto di scambio. Questo è il gioco a cui, per decenni, ci ha costretto la guida di Confindustria.

Chiarito questo, vorrei ricordare che i 360 milioni di euro dei contribuenti verranno spesi perché il primo ministro Renzi non ha voluto accorpare il referendum alle elezioni amministrative come abbiamo più volte richiesto, sia attraverso una mozione sia un’ interrogazione a cui il ministro Alfano ha risposto con tanta semplicità: è sufficiente produrre una legge come è già accaduto in precedenza.
Noi abbiamo depositato anche la proposta di legge.
In conclusione, ringraziamo comunque la segreteria del Partito democratico per aver comunicato che ci sono i referendum sulle trivelle il 17 aprile. Altrimenti i cittadini non l’avrebbero mai saputo.

Commenti

  • nino

    l’astensione, diciamoci la verità, nel referendum abrogativo è lo strumento di chi non ha i numeri per vincere, ma è intenzionato comunque a farlo fallire. Non c’è nulla di scandaloso in questa posizione. Ciò che è scandaloso è che il pd, che era contro le trivelle quando a governare c’era il berlusca, ora è favorevolissimo. Una giravolta a 360°.