Renzi e le bombe d’acqua
Arrivano degli squarci di sereno su Roma dopo giornate interminabili di pioggia, danni e drammi. Pioggia divenuta bomba d’acqua e mentre il Paese sprofonda, affoga e abbandona carcasse di relitti ad alta tecnologia come navi e treni, Renzi ci spiega il Paese che verrà. Lo fa mentre la vandea sessista invade, come l’acqua che esonda, la rete e le aule parlamentari. Lo fa mentre si bruciano libri e si regalano miliardi al sistema bancario. Renzi va veloce, produce comunicazione, si colloca in alto tra gli scaffali dell’offerta politica come insegnano le regole del marketing e del placement. Ma il prezzo è quello di sdoganare Berlusconi e permettergli di tessere di nuovo, come sempre, la sua tela da grande federatore. Renzi vuole una legge elettorale spericolata, una legge che mortifica la democrazia, ferisce a morte la rappresentanza già colpita dall’astensionismo e dalla propria incapacità di auto riforma. Un azzardo vero, una carambola che può finire ovunque. Per ora, però, finisce per rafforzare il centro destra e per sfasciare di nuovo il campo del centro sinistra praticando una vocazione maggioritaria già foriera, in passato, di guai e sconfitte. Un azzardo che finirà per favorire populismi, pulsioni anti europee e per annientare la sinistra. La sinistra che serve a impedire questo destino e a rimettere ordine in un dibattito pubblico impazzito in cui non si riesce più a vedere l’essenziale: le tecnocrazie e i populismi vanno a braccetto, uno alimenta l’altro. Il regalo alle banche alimenta il rogo della parola, che a sua volta alimenta la torsione autoritaria del palazzo che alimenta i forconi e il sessismo infame. E così all’infinito, in un gioco delle parti dove manca il Paese, dove è assente la vita, dove, appunto, dobbiamo benedire un filo di sereno, perché non siamo più in grado di manutenere, giorno dopo giorno, rimboccandoci le maniche, la nostra terra, le nostre città, il nostro futuro. La Sinistra serve a questo, a ritrovare il vocabolario delle cose importanti, a ridare passione e speranze a una comunità stremata da una crisi senza fine. Il marketing serve invece a vendere merci. Già, ma qual’è la merce che vuole vendere Renzi?
*vicepresidente della Regione Lazio
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