Riforme, oggi il voto alla Camera. Sel: si tolgono i diritti ai cittadini e si accentrano poteri
«Ora si giunge all’atto finale del progetto del governo di revisione costituzionale delle Istituzioni. Vedremo nelle prossime ore quanti, nelle opposizioni e nella maggioranza, voteranno un provvedimento che non migliora il sistema, toglie il diritto di voto ai cittadini per il Senato e accentra i poteri sul governo e sul premier, in particolare, grazie alla legge elettorale dei nominati». Lo afferma il capogruppo in Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, Stefano Quaranta.
«Sinistra Ecologia Libertà sarà in Aula a Montecitorio sulla riforma di un terzo della Costituzione e voterà convintamente contro». Lo annuncia il capogruppo di Sel a Montecitorio on. Arturo Scotto. «Non lo facciamo, insiste Scotto, per una concessione alla maggioranza ma per difendere il Parlamento. Vogliamo evitare, conclude il capogruppo di Sel a Montecitorio, che le ingerenze del governo Renzi continuino a segnare la storia di una riforma sbagliata».
Si è giunti infatti ad un voto decisivo alla Camera sulle riforme e le truppe si stanno posizionando. Forze Italia con il suo capogruppo Brunetta conferma la linea annunciata da Berlusconi, i parlamentari del Cavaliere voteranno no. Un annuncio deciso anche se resta il dubbio di quanti saranno a seguire gli ordini. Infatti una frangia di dissidenti, stando ai quotidiani nostrani, capeggiati da Verdini sarebbero pronti a disubbidire. Stasera Brunetta chiama a raccolta i parlamentari per fare il punto. Anche perché bisognerà organizzare una campagna di comunicazione che spieghi perché oggi votano contro a qualcosa a cui hanno collaborato a varare.
Il Movimento 5 Stelle annuncia invece che non parteciperà al voto e invita gli altri gruppi a seguirli.
Da parte del governo e dal partito di maggioranza si mostra tranquillità e certezze: alla camera i numeri ci sono vanno ripetendo. Si vedrà domani.
Ma anche dentro al Pd c’è chi dice no. «Non darò il mio voto alla riforma costituzionale. Lo faccio in ragione di una posizione ‘di merito’ che accompagna le mie azioni dal gennaio del 2013. Lo faccio senza pensare alla questione delle correnti del Pd e ai rapporti con la segreteria, perché questa è la Costituzione». Così il deputato Pd, Pippo Civati, sul proprio blog, in merito al ddl Riforme. «Pare che si stia riscrivendo la Costituzione non solo in aula, ma anche nelle interviste: quando si dice, ad esempio, che conta solo la sovranità del popolo, contrapponendola a quella del Parlamento e augurandosi un referendum plebiscitario tipo pioggia manzoniana. Ecco, la Costituzione non dice così. La Costituzione – si legge nel post -non contrappone popolo e Parlamento e indica, peraltro, una maggioranza larga per la riforma costituzionale non per via di patti e contropatti e convenienze e tatticismi (da Calamandrei siamo passati a Verdini), ma per ragioni che riguardano direttamente il tema della rappresentanza e dell’ampia condivisione che, per il tramite del Parlamento, si riferiscono anche al popolo. Discutere già di referendum quando la riforma non ha ancora conosciuto la lettura condivisa del testo da parte delle due Camere, è una precisa indicazione politica, in cui non mi riconosco affatto».