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Giovedì, 17 settembre 2015

Riforme: nuovo, brutto capitolo rispetto alle forme note dei sistemi democratici parlamentari’

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Ho appena illustrato le pregiudiziali di incostituzionalità al disegno di riforma costituzionale, in discussione in Aula del Senato.
La maggioranza del Pd ha scelto una strada extraparlamentare. Ora con coerenza se ne assuma la responsabilità fino alla fine, perché a questo percorso va data una soluzione politica, quella di una maggioranza con una chiara prospettiva futura. Non è possibile proseguire con quello che si è visto nei giorni scorsi, alla ricerca disperata – sganciata da qualsiasi disegno istituzionale e politico – dei voti di sostegno di senatrici e senatori che normalmente nemmeno si fanno vedere in Aula, né nelle Commissioni. Se quello è il percorso che proseguiremo fino alla fine della seconda lettura del disegno di riforma, non ci saranno vinti, né vincitori: ci esporremo veramente ad elementi di grande pericolosità, perché avremo un prodotto ingovernabile ed ingestibile.

Qualcuno potrà immaginare l’impostazione della campagna referendaria, quando chi sarà arrivato al risultato, lo avrà fatto solo con i numeri, senza alcuna visione, prospettiva o disegno compiuto? È evidente che con l’intoccabilità dell’articolo 2 si è voluto impedire il suffragio universale. Grazie al combinato disposto ipermaggioritario, la lista vincente alle elezioni in regime di Italicum sarà “costretta” a fare una vera riforma della Costituzione col privilegio di farla a suo piacimento senza le garanzie e i contrappesi della democrazia.
Stiamo aprendo un nuovo, pessimo capitolo rispetto alle forme conosciute dei sistemi democratici parlamentari: una esigua minoranza, la maggioranza del partito di maggioranza – con maggioranze bulgare -potrà modificare in maniera strutturale la forma di governo del nostro Paese. Mi appello alla maggioranza del Pd: si assuma la responsabilità della scelta tra il privilegio del percorso istituzionale e il privilegio del confronto politico. Solo così potremo correggere errori palesi, evidenziati dai più grandi esperti della Costituzione.

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