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Venerdì, 30 ottobre 2015

Roma, 25 consiglieri firmano le dimissioni. Peciola: noi non ci dimettiamo. Il Pd manda a casa Marino

Conferenza stampa dei sindaci delle capitali d'Europa riuniti per l'agenda urbana europea

In 25 consiglieri hanno firmato contestualmente le proprie dimissioni davanti al notaio e al vicesindaco Marco Causi: ora il documento verrà portato in Campidoglio e protocollato dal segretariato generale, atto che ufficializzerà lo scioglimento del Comune di Roma e il decadimento del sindaco Ignazio Marino. Oltre ai 19 consiglieri del Pd e a Daniele Parrucci di Centro democratico e Svetlana Celli della Lista civica Marino, hanno firmato anche Roberto Cantiani (Ncd), i fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato (Conservatori riformisti) e il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato. Alfio Marchini è invece intenzionato a presentare le sue dimissioni, aggiungendosi agli altri 25, direttamente negli uffici del Campidoglio.

«Noi ovviamente non ci dimettiamo. Questa situazione è incomprensibile, il Partito democratico non è riuscito a mandare a casa Alemanno e invece riesce a mandare a casa Marino. Questo dovranno spiegarlo ai romani e a tutto il Paese». Così il capogruppo di Sel in Assemblea capitolina, Gianluca Peciola, lasciando la sede dei gruppi in via del Tritone.

Commenti

  • Francesco

    Invece dovreste spiegare voi dirigenti romani di Sel i rapporti di buon vicinato con il PD, Partito che ricorda sempre più la peggiore Democrazia Cristiana.
    Francesco,il primo.

  • francesco

    bisogna rompere subito ogni alleanza locale con il nascente partito della nazione di renzi e iniziare a costruire un soggetto politico di sx con prc, civati, mineo e tutti coloro che a sx vogliono essere alternativi al pd.

    francesco l originale

  • Francesco

    Pur se utile, a mio avviso non è sufficiente.
    Si deve essere alternativi a un blocco economico di Potere di cui il PD è referente politico e istituzionale al pari di altri rami della socialdemocrazia europea.
    In buona sostanza ,è urgente preparare le condizioni per rovesciare gli attuali rapporti di produzione imposti dal grande Capitale. Altrimenti si resta funzionali ai dettami della Troika, come purtroppo si è verificato in Grecia, e più recentemente in Portogallo dove si sta vanificando la vittoria elettorale delle sinistre. È prioritario il lungo lavoro da talpa nel tessuto vivo della società, senza creare illusioni con alchimie istituzionali
    Francesco, il primo.