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Mercoledì, 9 marzo 2016

Roma, maestre precarie passano la notte sulle impalcature: basta precariato, non ci fermeremo

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Hanno trascorso la notte sui ponteggi, sotto la pioggia battente che ha incessantemente bagnato la capitale: è stato questo l’otto marzo delle educatrici e maestre precarie del Comune di Roma, che dal pomeriggio di ieri protestano in piazza Madonna di Loreto.

“La battaglia delle precarie dei nidi e della scuola d’infanzia, che l’USB sostiene da anni sia a Roma che in tante altre città, è un emblema della condizione delle donne nel nostro Paese e dell’importanza che viene assegnata ai servizi educativi e scolastici”. Così, in una nota, Irene Germini, precaria eletta RSU dell’USB di Roma Capitale. “Anche questo otto marzo abbiamo sentito le solite belle parole sulla difesa dei diritti delle donne, contro la discriminazione e contro la violenza – sottolinea la sindacalista – ma la verità è che sulle nostre vite incide pesantemente il precariato, con tutto ciò che questa condizione comporta, e che se si volesse passare dalle parole ai fatti bisognerebbe cancellarlo, cominciando a dare una prospettiva alle oltre 5.000 educatrici e maestre, che a Roma da giugno perderanno il lavoro, ed al servizio che svolgono”. “Noi siamo determinate ad andare avanti – conclude Germini – e ci aspettiamo un segnale concreto dalle istituzioni”.

Nella giornata mondiale dei diritti e della dignità delle donne, le lavoratrici, sostenute dall’USB, intendono così denunciare l’attacco su tutti i fronti alle loro esistenze precarie: da un lato il limite della reiterazione dei contratti oltre i 36 mesi, che scadrà a giugno; dall’altro le politiche di cessione dei nidi ai privati e delle scuole allo stato contenute nel DUP presentato dal Commissario Tronca; da ultimo, il nuovo modello organizzativo dei nidi e delle scuole comunali, che impone un aumento dei carichi di lavoro e della flessibilità oraria del personale di ruolo per poter coprire le assenze e quindi limitare al massimo il ricorso al personale supplente.

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