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Venerdì, 19 giugno 2015

Salario accessorio, Roma ha fatto il possibile. Se devo scegliere sto con i dipendenti

comune_roma

Sono arrivate le risposte del MEF alle controdeduzioni che l’amministrazione aveva inviato per replicare ai rilievi fatti, dal MEF stesso, riguardo al salario accessorio dei dipendenti capitolini. Purtroppo la linea del MEF continua a essere intransigente, mettendo persino in discussione la regolare costituzione del Fondo per la parte ‘variabile’, da cui l’amministrazione attinge gran parte delle risorse per pagare le indennità accessorie ai dipendenti capitolini.

Il MEF non concede alternative praticabili, né offre una via d’uscita all’amministrazione di Roma in termini di interpretazione di alcune norme. Basandosi solo su una serie di tecnicismi, il ragionamento degli ispettori del MEF porterebbe, in sostanza, a una inaccettabile e immotivata decurtazione generica dei salari dei dipendenti, già ridotti all’osso. Alcuni dei problemi contestati nascono negli anni ’90 a causa di un’ambigua formula contrattuale mai chiarita a livello nazionale, che vede coinvolta la quasi totalità degli Enti territoriali italiani. Come si comporterà il MEF nei confronti delle altre amministrazioni locali che presentano gli stessi problemi?

L’amministrazione di Roma ha lavorato con tenacia e serietà per rispondere a tutte le legittime sollecitazioni del Ministero. Abbiamo lavorato per definire un progetto di revisione e innovazione, basandolo sul merito e riportando nella legalità tutte le indennità percepite dai dipendenti di Roma Capitale. Abbiamo prodotto addirittura un atto unilaterale, necessario per continuare a erogare il salario accessorio ai nostri dipendenti, rischiando una frattura insanabile con le organizzazioni sindacali. Abbiamo subito le contestazioni dei dipendenti, che sono scesi in piazza a manifestare contro l’amministrazione, pur di sanare situazioni fuori controllo con responsabilità e coraggio. Abbiamo ricucito con pazienza le relazioni sindacali e superato le difficoltà su un settore delicatissimo come quello della scuola e siamo ormai pronti per chiudere il testo definitivo del nuovo contratto decentrato generale condiviso con i sindacati dei lavoratori.

Abbiamo fatto tutto ciò che era possibile per il bene dei dipendenti, dell’amministrazione e dei cittadini di Roma. Nuovi ostacoli sul percorso costruito con tanta fatica sarebbero inaccettabili, perciò abbiamo dato mandato agli uffici di trovare ogni possibile soluzione tecnica con il Ministero per superare anche questi problemi. Voglio però chiarire da subito che se, come assessore al Personale, dovrò scegliere da che parte stare, io sceglierò di stare con i dipendenti di Roma Capitale. Senza indugi né tentennamenti.

Non avrebbe alcun senso per me lavorare alacremente per dare serenità a 23 mila dipendenti e alle loro famiglie e, allo stesso tempo, garantire migliori servizi ai cittadini di Roma se il MEF rendessero ogni sforzo in tal senso completamente vano. Devono riconoscere che a Roma c’è un chiaro percorso di inversione di tendenza in atto. Basta con i ragionamenti astratti e i calcoli ragionieristici.”.

Commenti

  • Dario

    Non sono d’accordo. I dipendenti romani sono quelli lavorano (e che fanno il doppio per via dei loro colleghi che non lavorano, magari) ma sono anche quelli che, come in tanti altri comuni d’Italia ove però non ci sono sì ragguardevoli bonus, si fanno timbrare il cartellino per poi andare a fare altro (Marino ha poi preso provvedimenti contro dirigenti ignavi e inutili e dipendenti assenteisti?). È una macchina burocratica inefficiente, lenta, di eterni assenti e anche di scansafatiche.
    Lo negate? Bene, allora non esistono problemi e abbiamo la migliore PA d’Europa. O forse no?
    Se Alemanno ha dovuto distribuire mance (come lo sono stati gli 80€ di Renzi, voti in più) per chissà quali scopi, perché dobbiamo cedere al gioco? Ma pensiamo ad usare quei soldi per disoccupati e lavoratori autonomi a livello comunale, che non hanno un posto garantito a vita e se si ammalano sono soli: c’è la campagna di Afrodite K per i lavoratori autonomi, vogliamo aderire?
    Tutto questo premettendo che il cancro della PA è la dirigenza sulla quale si dovrebbe intervenire subito: dopodiché, serve giustizia nella PA nell’ambito dipendenti, ove non possono entrare giovani volenterosi o padri/madri di famiglia disoccupati perché bisogna a tutti i costi difendere l’inefficienza del sistema (per non parlare del sud Italia… tutto sommato, e dico tutto sommato, le cose al nord funzionano).
    Se poi i dipendenti di Roma sono i più poveri d’Italia, rispetto ai loro colleghi di altri comuni, avete ragione voi. In caso contrario… facciamo la sinistra vera, quella che difende il lavoro privato…

  • francesco

    Luigi …ieri, oggi e domani…

    Non ci sono prospettive, nessuno sbocco possibile.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    “facciamo la sinistra vera, quella che difende il lavoro privato…”
    Ammesso e non concesso che la “sinistra vera” debba difendere il lavoro privato (se proprio vogliamo cavillare, per la “sinsitra vera” il lavoro privato non dovrebbe neppure esistere, ma sto divagando), il contrapporre lavoratori pubblici ai privati è il classico argomento della destra populista. La sinistra, in un regime democratico, difende tutti i lavoratori senza distinzione. Per cui, tutele per tutti, non ha scapito di qualcuno.