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Mercoledì, 19 febbraio 2014

Sardegna, Massimo Zedda: «Un voto contro lo strabismo di chi si ostina a guardare al centro»

massimo zedda

Chiuse le urne, da Roma è arri­vato un segnale chiaro. Diretto a Mat­teo Renzi. Il primo a darlo è stato Mas­si­mi­liano Sme­ri­glio, mem­bro del coor­di­na­mento nazio­nale di Sel e vice­pre­si­dente della Regione Lazio: «La vit­to­ria di Fran­ce­sco Pigliaru in Sar­de­gna è la vit­to­ria del cen­tro­si­ni­stra con un ruolo deter­mi­nante di Sel e di tutta la sini­stra. Un suc­cesso che dimo­stra, come in tante altre realtà in tutta Ita­lia, che il cen­tro­si­ni­stra unito, cre­di­bile e radi­cal­mente alter­na­tivo alla destra, vince. L’anomalia con­ti­nua ad essere il governo nazio­nale, dove dall’autunno del 2012 si va avanti con le lar­ghe intese e la strada intra­presa dal segre­ta­rio Renzi porta ancora esat­ta­mente in que­sta dire­zione. Il nuovo cen­tro­si­ni­stra deve invece ripar­tire dalla ric­chezza dei ter­ri­tori e dall’alternativa di governo».

In Sar­de­gna Sel ha rag­giunto il 5,18 per cento dei voti; Rifon­da­zione e Pdci insieme il 2,03; i Ros­so­mori (auto­no­mi­sti di sini­stra) il 2,63 per cento. In totale fa il 9,84 per cento. Quanto basta, vista la quasi per­fetta con­cor­danza tra voto com­ples­sivo della coa­li­zione (42,45 per cento) e voto al can­di­dato pre­si­dente (42,50), per poter affer­mare che senza i voti della sini­stra Pigliaru non ce l’avrebbe fatta.

Valu­ta­zione sulla quale con­corda Mas­simo Zedda, classe 1976, eletto nel 2011 sin­daco di Cagliari. Zedda divenne can­di­dato del cen­tro­si­ni­stra dopo aver bat­tuto nelle pri­ma­rie, pro­po­sto di Sel, il can­di­dato del Pd Anto­nello Cabras. Dopo aver bat­tuto il Pdl in una città tra­di­zio­nal­mente di destra, guida ora una mag­gio­ranza, che com­prende anche il Pd, impe­gnata ad attuare un pro­gramma for­te­mente con­no­tato a sinistra.

Che valu­ta­zione dà dei risul­tati delle regio­nali in Sardegna?
Sono un’indicazione impor­tante con­tro lo stra­bi­smo di chi con­ti­nua a pen­sare, nel cen­tro­si­ni­stra, che la dire­zione verso la quale biso­gna guar­dare sia il cen­tro dello schie­ra­mento poli­tico. Con la sini­stra si vince. Lo abbiamo dimo­strato nel 2001 a Cagliari e lo abbiamo dimo­strato di nuovo il 16 feb­braio in tutta l’isola.

Sel ha pesato in cam­pa­gna elettorale?
Ha pesato Sel, ma anche tutta la sini­stra: Rifon­da­zione, Pcdi e Ros­so­mori. Uno schie­ra­mento che, anche se distri­buito su tre liste, ha avuto un ruolo impor­tante nell’indicazione di obiet­tivi pro­gram­ma­tici chia­ra­mente di sini­stra, rispetto ai quali dob­biamo dire che Pigliaru ha man­te­nuto una linea di coerenza.

Quali obiet­tivi?
Il lavoro, innan­zi­tutto. La Sar­de­gna vive un’emergenza dram­ma­tica, con tassi di disoc­cu­pa­zione gio­va­nile che non sono tol­le­ra­bili. Ai gio­vani che non hanno futuro biso­gna resti­tuire una pro­spet­tiva con­creta di occu­pa­zione. Ma poi anche l’istruzione, obiet­tivo che è stret­ta­mente legato a quello del lavoro. Una delle chiavi per uscire dalla crisi è pun­tare sulla qua­li­fi­ca­zione e sulla riqua­li­fi­ca­zione del lavoro. Su que­sto c’è tanto da fare. E non biso­gna per­dere altro tempo. E ancora la tutela dell’ambiente e la valo­riz­za­zione del patri­mo­nio arti­stico e archeo­lo­gico, che per la Sar­de­gna pos­sono essere una fonte impor­tante di rilan­cio eco­no­mico. Ma anche la bat­ta­glia per libe­rare la nostra regione dal carico gra­vo­sis­simo delle ser­vitù mili­tari, che non sono avve­le­nano il ter­ri­to­rio ma fre­nano lo svi­luppo di enormi por­zioni dell’isola.

Che cosa pensa del 48% di elet­tori sardi che si sono astenuti?
Penso che dicano che c’è un enorme pro­blema di rin­no­va­mento della poli­tica. Innan­zi­tutto in senso gene­ra­zio­nale. Sel ha can­di­dato molti gio­vani in que­ste regio­nali. Molti li abbiamo eletti nei con­si­gli comu­nali in ogni parte dell’isola. E’ la dire­zione giu­sta. E poi la poli­tica ha biso­gno di par­te­ci­pa­zione e di tra­spa­renza, di com­pe­tenza e di one­stà. Se agli elet­tori si dimo­stra che su que­sta strada si vuole pro­ce­dere con deter­mi­na­zione e con coe­renza, io credo che si possa ricu­cire un rap­porto che, l’astensione altis­sima lo dimo­stra, in que­sto momento è gra­ve­mente compromesso.

Intervista dal quotidiano “Il Manifesto“ di Costantino Cossu

Commenti

  • Pietro Distante

    L’ASTENSIONISMO E’ CAUSATO PRINCIPALMENTE DALLA POLITICA SBAGLIATA DEL PD NEL VOLERSI CONNOTARE COME PARTITO DI CENTRO SPOSTATO A DESTRA.
    IL POPOLO ITALIANO E’ FATTO PRINCIPALMENTE DA GENTE CHE LAVORA : OPERAI, IMPIEGATI ARTIGIANI, PICCOLI INDUSTRIALI , QUESTA GENTE NON APPARTIENE AL MONDO DEI LADRI .