Sbocca Italia, un decreto contro l’ambiente ed incostituzionale
Oggi in Commissione Ambiente, in occasione dell’apertura della discussione sul decreto Sblocca Italia, è accaduta una cosa mai successa prima: per la prima volta si è presentato il rappresentate del centrodestra. Il deputato del partito di Alfano è venuto in commissione a fare il cane da guardia ad uno dei provvedimenti più controversi per quanto riguarda la tutela dell’ambiente. In assenza di risorse, infatti, il decreto calca la mano su semplificazioni, deroghe alla normativa vigente, Commissariamenti e dimezzamento dei tempi per le autorizzazioni con l’illusione che questi strumenti possano davvero favorire la ripresa di un Paese economicamente in ginocchio.
Ancora una volta si confondono le gravi inadempienze o i rallentamenti burocratici con le autorizzazioni, i permessi e i controlli che sono invece garanzia di una corretta gestione del patrimonio immobiliare, delle opere pubbliche, dell’ambiente, delle politiche urbanistiche. Deroghe al Codice degli appalti e sulle procedure per la messa in sicurezza degli edifici scolastici; varianti in corso d’opera per gli appalti pubblici di bonifica dei siti inquinati; procedure speciali e centralizzazione di poteri sul Governo per realizzare termovalorizzatori e rigassificatori: deroghe e semplificazioni pericolose, e poco compatibili con una seria politica ambientale e di contrasto all’emergenza corruzione.
Un decreto che vede il Governo riappropriarsi di un potere decisionale e di prerogative che le leggi e la nostra Costituzione assegnano alle regioni e su cui Sel ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità. Renzi con il decreto Sblocca Italia anticipa la riforma costituzionale che vorrebbe far approvare dal Parlamento.
*capogruppo di Sel in commissione Ambiente
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