Sconti Imu a chi affitta a famiglie con sfratto, la proposta di Sel
Approda alla commissione Finanze alla Camera la risoluzione SEL, a prima firma Fabio Lavagno, per il contrasto al disagio abitativo e per favorire l’accesso all’abitazione.
La proposta di risoluzione impegna il Governo, tra l’altro, a incrementare le risorse finanziarie a favore del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli; a prevedere una moratoria degli sfratti, a cominciare dalle categorie più disagiate, nonché il blocco degli sfratti per gli alloggi di proprietà degli enti pubblici e privatizzati, in attesa che si proceda al riordino normativo delle dismissioni degli immobili di quest’ultimi; a prendere in considerazione l’azzeramento o perlomeno la riduzione della tassazione sulla seconda casa per i proprietari che rinnovano il contratto alle famiglie con sfratto esecutivo, al cinquanta per cento in meno del canone, finanziando detto trattamento fiscale di favore anche attraverso una aliquota Imu ordinaria raddoppiata per le unità immobiliari a uso residenziale a partire dalla terza abitazione di proprietà da almeno due anni inutilizzata ovvero non locata con contratto scritto e registrato.
E ancora: a modificare la disciplina dell’imposta “cedolare secca”, prevedendone l’abrogazione per i contratti di locazione a canone libero, mantenendola al 10% per i soli contratti a canone concordato, anche al fine di incentivare il ricorso a tale tipologia di contratti, in grado di contribuire a calmierare il mercato delle locazioni, o in subordine ad aumentare dal 21 al 23 per cento la cedolare secca per i soli contratti a canone libero, destinando i conseguenti maggiori introiti stimati in circa 100 milioni di euro l’anno, per l’edilizia residenziale pubblica; ad attivarsi perché vengano convocate le organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori maggiormente rappresentative a livello nazionale, al fine di aggiornare la Convenzione nazionale e consentire il rinnovo degli accordi da definire in sede locale relativamente agli affitti concordati.
Infine la risoluzione di Sel impegna il governo a escludere dal patto di stabilità delle regioni gli investimenti e i contributi dati ai comuni o alle società di edilizia residenziale pubblica per interventi concernenti le politiche abitative; a prevedere che tutti gli immobili pubblici di enti e società partecipate in dismissione, prima di essere messe in vendita attraverso gare, siano offerte ai comuni e alle regioni al prezzo stabilito attraverso i parametri Omi al fine di poterle trasformare in abitazioni pubbliche; a finalizzare una quota importante dei Fondi strutturali 2014-2020 a favore di una politica abitativa che recuperi le forti differenze tra il nostro Paese e gli altri Stati membri, in termini di alloggi popolari e di edilizia residenziale pubblica; a favorire il recupero e il riuso del patrimonio pubblico inutilizzato.