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Mercoledì, 13 maggio 2015

Scotto: Renzi con i gessetti in mano come vecchio maestro dimostra che chi lo contesta ha ragione

scuola roma

«Se il Presidente del Consiglio Renzi è costretto a prendere i gessetti in mano davanti alla lavagna, come un buon vecchio maestro, significa che ha ragione chi in queste settimane si è opposto alla riforma del suo governo. Renzi usa la sua forza comunicativa per nascondere la forzatura contro la scuola pubblica e contro chi in quella scuola svolge il suo preziosissimo lavoro». Lo afferma il capogruppo di Sel a Montecitorio on. Arturo Scotto.

«I tanti commenti alle parole di Vendola dimostrano che la cosa è sfuggita di mano alla sacra unione dei rottamatori della scuola pubblica: i capi coro del renzismo e gli eredi legittimi della Gelmini. Nichi Vendola non ha mai affermato che i presidi sono corrotti. Ha semplicemente detto che i poteri che il ddl del governo attribuisce ai dirigenti scolastici possono alimentare la corruzione perché introducono elementi di discrezionalità eccessiva nella scelta dei docenti, corrompendo così il principio sacrosanto della libertà di insegnamento. Inoltre il “preside-faraone” avrà la possibilità di maneggiare denaro, decidere se e quale sponsor prendere e perché. Invece di fare la solita opera di distrazione di massa dovrebbero rispondere di questo. Evidentemente sono nervosi», conclude Scotto.

Commenti

  • Cosimo De Nitto

    Il potere mediatico dei simboli.

    C’era una volta un Capo che si faceva riprendere mentre a petto nudo come un rude contadino passava covoni di grano o guidava un trattore.
    C’era una volta un Capo che si faceva ritrarre con l’elmetto in testa a fare il muratore.
    Poi è venuto un Capo che si è presentato la prima volta in maniche di camicia a presentare slides in ppt e ha parlato-parlato di innovazione tecnologica. Ci si aspettava che passasse alla grafica 3D integrata sul web o, tutt’al più alla LIM e invece… per fare una lezioncina agli insegnanti è tornato alla lavagna di ardesia e ai gessetti.
    Delle due l’una: o siamo davanti ad un caso di regressione cognitiva, oppure deve ritenere gli insegnanti talmente arretrati, tradizionali, ignoranti delle nuove tecnologie che per capire qualcosa hanno bisogno che qualcuno gliela spieghi con gli unici strumenti (ottocenteschi) che essi sono in grado di capire: lavagna e gessetto per l’appunto. Gli insegnanti, deve aver pensato, ma sicuramente gliel’hanno suggerito i suoi spin doctor che l’accompagnano sempre, hanno bisogno di essere rassicurati, tranquillizzati (sono in piena crisi di nervi, sono sotto attacco di convulsioni che li portano a gesti inconsulti come gli scioperi, i flash mob, minacciano persino il blocco degli scrutini). Gli insegnanti devono essere amorevolmente ricondotti alla ragione per lasciarsi guidare, affidarsi alle cure del Capo che sa tutto, ha deciso tutto, per il loro bene ovviamente. E per riuscire in questa impresa, siccome non è facile far capire qualcosa agli insegnanti, bisognava “metterli a proprio agio” (classica formulazione eufemistica da giudizio di esame di Stato di solito accompagnata dall’altra espressione di rito “opportunamente guidato”) ha pensato. Che cosa può mettere gli insegnanti a proprio agio se non “comunicando” (rigorosamente in maniche di camicia bianca perché altrimenti il discorso non funziona) in un ambiente e nelle modalità a loro consuete che simbolicamente rappresentano la scuola nell’immaginario collettivo? Altro che new technology, smart school, altro che tablet e LIM, per voi insegnanti rimasti alla lavagna di ardesia e ai gessetti.
    Il Capo precedente scenografava i suoi video messaggi imbalsamato dietro ad una scrivania presidenziale, con la foto della famiglia alle spalle (senza le olgettine) e tanti libri rilegatissimi ed elegantissimi mai aperti, con funzione puramente decorativa, ai lati le bandiere dell’Italia e dell’Europa.
    Il nuovo Capo ieri ha scelto una versione teacher pop rivolgendosi agli insegnanti per convincerli. Il suo discorso va preso come un utile esempio che si può insegnare ai ragazzi a scuola quando si lavora sulla diversa tipologia di testi. Quando si deve spiegare che cosa è un testo persuasivo-informale (propaganda, pubblicità ecc.) si può far vedere questa videolettera di Renzi.
    Con la raccomandazione di tenere distinti e non confondere un testo persuasivo-informale con un testo persuasivo-argomentativo che invece si basa su argomenti, dati informazioni, contenuti.
    I contenuti della videolettera di Renzi erano stra-noti, sono scritti nel ddl 2994. Li ha solo conditi con un po’ di retorica terra-terra e un po’ di scenografia sbagliata, sbagliata perché suona come un insulto, un’offesa alla ragione e alla cultura anche del più scarso insegnante.