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Venerdì, 10 aprile 2015

Scuola, CIDI: Stralciare assunzioni precari. Nel Ddl scelte che aggravano i problemi. No al finanziamento ai privati

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Nel disegno di legge sulla riforma della scuola «ci sono scelte che aggravano i problemi. I finanziamenti privati aumenteranno le differenze tra gli istituti e il 5 per mille, invece, aumenterà le disuguaglianze tra Regione e Regione». Lo ha detto Giuseppe Bagni, presidente del Centro d’iniziativa democratica degli insegnanti, in audizione a Montecitorio sul ddl Buona scuola. Secondo il Cidi «tutte le risorse potrebbero invece confluire in un fondo speciale contro la dispersione scolastica, che vengano erogate lì dove ci sono problemi». Nella riforma, secondo Bagni, «manca il probletto di scuola». L’autonomia scolastica «non è anarchia».  Serve «un progetto nazionale che ogni scuola, nella sua autonomia, segua».

«Una buona scuola – ha aggiunto – fa crescere buoni insegnanti. se la scuola si pone al centro della ricerca e della sperimentazione, con un sistema aperto che coinvolge altri organismi, allora creiamo un contesto in cui l’insegnante può apprendere sempre». «Non mi convince – ha proseguito – l’idea del ‘preside-allenatore’. Il rischio è che si crei un conflitto tra insegnanti, tra coloro che vengono scelti e chi viene escluso. Il vero obiettivo è combattere la dispersione, non serve il grande insegnante che c’entri l’obiettivo ma serve un intero sistema che migliori la situazione». I Cidi – ha concluso Bagni – non è d’accordo «con la detassazione per i figli scuole private» prevista dal ddl. Le scuole paritarie «non sono laboratori dell’inclusione. Basta guardare i numeri degli stranieri e disabili per accorgersene. Il nostro sistema è uno dei più diseguali d’Europa, anche dal punto di vista regionale. Contendiamo con la Cina il primato per la disuguaglianza del sistema».

«Vi invitiamo a stralciare la parte dell’immissione in ruolo di molti precari» dal resto del ddl Buona scuola – ha concluso Bagni – in questo modo si darebbe una risposta ai precari e alla politica che avrebbe più tempo per riflettere sul disegno di legge. Non possiamo più permetterci di sbagliare».

 

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