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Martedì, 12 maggio 2015

Scuola, i presidi restano padri-padroni parola di Renzi. E allora chi non ha letto il DDL?

Matteo Renzi

Ieri l’ineffabile responsabile scuola del Pd mi ha accusato, secondo il copione di Palazzo Chigi, di non aver letto il ddl del governo sulla scuola. E’ il metodo irrisorio scelto dal Pd con chi non è d’accordo con la loro impostazione e per chiudere ogni confronto.

Oggi apprendiamo dalla viva voce del premier che i poteri dei presidi per la scelta degli insegnanti non cambieranno di una virgola: rimarranno padri-padroni del personale scolastico con tutti i rischi che possono derivare. E allora chi è che non ha letto il ddl del governo? Chi è che sta facendo il gioco delle tre carte? Evitino di fare operazioni di facciata con lievi correzioni quel testo non può andare bene per la scuola italiana del futuro

Commenti

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    OT: Non c’è limite alla faccia tosta. L’odiosa radical chic Barbara Spinelli, eletta al parlamento europeo con i voti dell’Altra Europa (in massima parte voti degli elettori di Sel, basta confrontare le cifre con quelle delle elezioni del 2013), oggi ci dice che anche Rifondazione Comunista fa schifo (di Sel l’aveva già detto, tant’è che al posto di rifiutare il seggio, come da lei stessa annunciato, ha lasciato al secondo posto la candidata di Rifondazione a scapito del buon Furfaro, a cui legittimemente sarebbe dovuto andare quel seggio).
    L’Altra Europa è fallita, dice Spinelli, e la colpa è dei partiti che la compongono. Certo, perchè la cosiddetta “società civile”, invece, ha dimostrato di non essere una bolla mediatica, tutto fumo e niente arrosto, vero? Lei ne è la dimostrazione più evidente. Adesso ci racconta che la speranza viene dal M5S. Come no. Parla anche di battaglie che avrebbe fatto a Bruxelles, ma non mi sembra fosse tanto presente. Le piace la poltrona, altro che balle.
    L’avevo detto prima delle elezioni, l’ho detto dopo, lo ribadisco ora: fuggiamo come la peste la “società civile”, finora ha dimostrato solo di non portare voti, ma in compenso di portar via seggi.