Scuola, la Camera approva i super presidi. Sel: Renzi non ha ascoltato è andato dritto per la sua strada
È stata approvato l’articolo più discusso del ddl Scuola, quello che affida ai presidi la scelta e la valutazione dei docenti del proprio istituto. Dunque nonostante le proteste del mondo della scuola, non cambia l’impianto dell’articolo 9 a cui però sono stati introdotti alcuni ritocchi durante l’esame di ieri in aula alla Camera. Tra queste, la norma antiparentopoli a firma del Movimento 5 stelle (i dirigenti scolastici non potranno nominare professori parenti), il ‘lodo Gae’ che prevede che le Graduatorie a esaurimento saranno chiuse – con il Piano assunzionale 2015 – solo “se esaurite” e la salvaguardia degli idonei al concorso a cattedre 2012. Per loro l’assunzione arriverà il 1° settembre 2016 e proseguirà negli anni successivi – ed è questa la novità introdotta in aula – fino all’esaurimento di tutti gli idonei.
«Renzi ha preso in giro il mondo della scuola. Il Premier nei giorni scorsi ha ipotizzato un dialogo che in realtà in Parlamento non si è trasformato in nulla. Il Pd e la maggioranza hanno tirato dritto sull’articolo 9, quello che stabilisce i super poteri del preside, come se nulla fosse. Nonostante il mondo della scuola fosse incendiato dalla rabbia e da un sentimento di umiliazione. Mi auguro il Pd pagherà caro questo atteggiamento contro la scuola e chi ci lavora» è il commento del capogruppo di Sel Arturo Scotto.
In giornata potrebbe essere invece sciolto il nodo sull’articolo che istituisce il 5 per mille alle scuole (il 17). Le ipotesi allo studio sono di diverse: ulteriore innalzamento del fondo perequativo (al momento è al 20%); doppia scenta per il contribuente in sede di dichiarazione dei redditi: una per il no profit e una per le scuole che ne potranno usufruire dal 2016; e in ultimo, una parte che Pd chiede di rimandare l’attuazione della norma a un futuro decreto legislativo del Miur.
L’assemblea ha poi approvato l’articolo 8 del ddl sull’organico dell’autonomia: con la riforma l’anno scolastico 2015/2016 diventa un anno transitorio, in cui gli albi – in cui saranno inseriti i docenti – avranno estensione provinciale. La riforma vera e propria quindi partirà dal 2016 con l’istituzione delle “Reti di scuole” che corrisponderanno a un determinato ambito territoriale a cui saranno legati i professori. Quindi più mobilità (i docenti potranno insegnare in più scuole della Rete) e probabilmente meno segreterie. L’articolo 8 infatti prevede che le Reti potranno accorpare le segreterie amministrative, riducendo di fatto il fabbisogno del personale Ata.
Mancano, invece, da approvare – tra quelli esaminati – l’articolo 10 che contiene il Piano straordinario di assunzioni 2015 e l’articolo 6 sugli istituti tecnici superiori. Per quanto riguarda il 10 mancano ancora da votare tre emendamenti accantonati sull’insegnamento dell’educazione fisica e all’articolo 6 un emendamento per finanziare l’Isia (l’Istituto superiore per le industrie artistiche) e per la “graduale” statalizzazione degli istituti musicali pareggiati.
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