Scuola, nell’aula alla Camera il governo tira dritto. Nelle piazze di Italia continua la protesta
Mentre nell’aula di Montecitorio il governo va dritto per la sua strada e sta approvando il DDL sulla scuola (si voterà fino a tarda sera ha annunciato il governo) in molte città di Italia si stanno tenendo presidi e manifestazioni contro questa legge che cancella il diritto allo studio e la scuola pubblica.
Roma
I parlamentari di SEL in piazza Montecitorio con docenti e sindacati della scuola. Il capogruppo Arturo Scotto: «Hanno rifatto il patto del Nazareno, votano gli sgravi fiscali alle paritarie con la destra e Forza Italia». Come ieri, anche oggi pomeriggio, i manifestanti hanno portato in piazza una lavagna e chiedono il ritiro del provvedimento in discussione alla Camera. Tra bandiere sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda), anche striscioni e cartelli, con slogan quali “Viva la buona scuola, abbasso la brutta riforma di Renzi”. All’iniziativa si sono uniti anche i Cobas, l’Unione degli studenti e alcuni parlamentari. “Chiuderemo questa tre giorni di proteste di fronte a Montecitorio con un’assemblea pubblica prevista per domani mattina – spiega il responsabile della Uil scuola Lazio, Saverio Pantuso – poi andremo avanti con la mobilitazione. Inizieremo altre forme di protesta per bloccare questo ddl quando arriverà al Senato. Domani ci saranno anche gli esecutivi nazionali e si deciderà quali azioni mettere in atto”.
Cagliari
Ancora in piazza tutti uniti per cercare di fermare il ddl scuola del governo Renzi. Sindacati, professori e studenti questa volta per protestare hanno portato striscioni, bandiere e cartelloni davanti all’Ufficio scolastico regionale in concomitanza con analoghe manifestazioni in tutta Italia. Non si sono fatti fermare nemmeno dalle ultime correzioni in corso. “I superpoteri ai presidi – attacca Tiziana Sanna, segretaria Flc Cgil – rimangono, altroche’. Stanno usando i precari da assumere come scudi umani per far approvare il disegno di legge. Ma anche li’ hanno tagliato: prima erano 160 mila poi sono diventati poco piu’ di 100 mila. Il personale Ata non e’ stato considerato. Forse perche’ voglio esternalizzare i servizi. La strada che vogliono percorrere e’ chiara: privatizzare”.
Davanti alla sede della direzione scolastica anche il regista Enrico Pau, autore soprattutto di “Pesi leggeri”, che insegna italiano al ‘Meucci’: “O ci mobilitiamo adesso – spiega – o diventa davvero dura. Del nostro lavoro si parla poco. Ed e’ un lavoro molto duro. Ho combattuto nel ’77 le battaglie per democratizzare la scuola. Non voglio che tutte le nostre conquiste siano spazzate via”. Accanto alle sigle sindacali che rappresentano la scuola e i ‘prof’ anche gli studenti. Molti di loro con le mani imbrattate di colore. “E’ il nostro slogan – spiega Giacomo Cossu, rappresentante dell’Unione degli studenti – ‘scuola e democrazia nelle nostre mani’. Questa riforma la stiamo combattendo dal settembre del 2014 quando sono state presentate le prime linee guida. L’abbiamo capito subito: siamo di fronte a un’aziendalizzazione della scuola. E non ci sono alternative: il Governo deve ritirare il ddl. Ripartendo dal documento con le proposte di riforma della scuola con centomila firme”. Non e’ finita: il 25 maggio la stessa Unione degli studenti ha convocato un’assemblea.
Milano
Alcune centinaia di lavoratori della scuola aderenti a Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals, si sono riuniti in presidio davanti alla prefettura di Milano per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. Una delegazione sindacale ha incontrato il prefetto al quale sta consegnando una serie di rivendicazioni. Alcuni dei manifestanti indossano un naso da pagliaccio. I manifestanti, che espongono numerosi ombrelli con la scritta “non farti piovere addosso la Buona scuola”, si stanno per muovere in corteo in direzione di piazza della Scala.
Palermo
“Abbiamo chiesto ieri sera un incontro al prefetto. E stasera dovremmo incontrarlo per chiedergli di farsi garante della richiesta di una larga fetta di popolazione che reclama che la scuola possa essere un presidio di democrazia”. Lo ha affermato il segretario della Flc Cgil scuola Franca Giannola, in vista della fiaccolata che si terrà questa sera Palermo, dalle ore 19,30, con partenza da piazza Verdi e arrivo in Prefettura. Il corteo, organizzato dai sindacati della scuola, Flc Cgil, Cisl scuola, Uilscuola, Snals e Gilda Unams, contro la riforma della scuola del governo Renzi, arriverà in Prefettura dove si terrà l’incontro con il prefetto. “Renzi basta spot, basta `giocare’ da solo, ascolta le piazze. Cambiamo il ddl per dare al paese una vera riforma della scuola”, questo lo slogan dell’iniziativa.
“Rivolgiamo il nostro invito a partecipare a tutti i docenti e a tutto il personale, a studenti, genitori, cittadini, lavoratori – ha detto Franca Giannola -. Con questo presidio chiediamo di cambiare il disegno di legge. Il governo dice di avere recepito le nostre richieste ma di fatto le risposte che dà non sono sufficienti per cui, per quanto ci riguarda, le mobilitazioni del personale continuano – ha proseguito la segretaria Flc Cgil scuola di Palermo -. In ogni città si stanno svolgendo azioni diverse in questi giorni. Quelli di Renzi sono solo dei contentini. Il problema è l’impianto della riforma che non va bene per la scuola. Le modifiche apportate non cambiano l’impianto del disegno di legge, che non corrisponde all’esigenza della nostra scuola. Non dà risposte ai precari che rischiano, dopo anni di attesa nelle nostre graduatorie molto lunghe, di vanificare i loro sforzi e di dover rifare il concorso”
Bologna
Un lenzuolo bianco lasciato appeso sul balcone per una settimana, per dire che la riforma ‘la buona scuola’ è “lesiva della scuola pubblica”. E’ l’iniziativa lanciata su Facebook da Monica Fontanelli, maestra alle Carducci di Bologna, una delle leader della protesta contro la ‘Buona scuola’ che ha animato la Festa dell’Unità a Bologna e che ha fatto parte della delegazione che ha poi incontrato, alla Festa, il premier Matteo Renzi. “Al Governo e al Pd che vanno avanti col Ddl sulla scuola con l’arroganza che ormai li contraddistingue, sordi alle richieste di insegnanti e studenti che nella scuola vivono, rispondiamo: Andiamo avanti anche noi! Mobilitazione ovunque nel Paese”, ha scritto la maestra sul social network