Se vogliamo che l’Italia riparta davvero è necessario lavorare subito per equità, giustizia, dignità
Un mese fa, con il rapporto 2015 ‘Le politiche contro la povertà in Italia”, la Caritas Italiana ha presentato la foto impietosa della realtà nel nostro Paese.
Un Paese sempre più diviso, sempre più ingiusto, sempre più segnato da muri sociali ed economici invalicabili.
Un Paese sempre più lontano da quell’articolo tre della nostra Costituzione che chiede alla politica di adoperarsi per abbattere le diseguaglianze sostanziali.
Confrontando il 2014 con il 2007, cioè con il periodo pre-crisi, il numero dei poveri in senso assoluto in Italia da 1,8 milioni a 4,1 milioni, più che raddoppiando. L’Italia è l’unico paese europeo, insieme alla Grecia, privo di una misura nazionale contro la povertà, mentre l’attuale sistema di interventi pubblici risulta del tutto inadeguato (i fondi nazionali sono passati da 3.169 milioni del 2008 a 1.233 milioni del 2015).
Dall’inizio della crisi, il 10% più povero della popolazione italiana ha visto decrescere il proprio reddito del 27%. Un fenomeno inarrestabile e pericoloso che non si risolverà da sè né, tantomeno, troverà nella cieca fiducia nel mercato e nelle politiche liberiste la propria soluzione. “L’Italia riparte” è lo slogan di qualsiasi Governo succedutosi in questi ed è il nostro auspicio. Ma se vogliamo che l’Italia riparta davvero è necessario lavorare subito per equità, giustizia, dignità.
E’ solo con la politica, con scelte nuove, che possiamo sfidare la povertà e batterla. Da anni, SEL e altre forze politiche si battono in Parlamento per l’introduzione del reddito minimo garantito, sostenendo la proposta di legge di iniziativa popolare e chiedendo, ogni giorno, al Governo di fare un passo in avanti in una direzione già percorsa da tutti gli Stati europei. Quella battaglia è specchio dell’impegno immenso di forze sociali come Libera che chiedono alla nostra Repubblica di svolgere il compito assegnatole dall’articolo 3 della Costituzione: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione”.
Domani, nelle piazze e nei luoghi della mobilitazione promossa da Libera, SEL sarà presente. Per portare un contributo, ma soprattutto per ascoltare e portare nelle Istituzioni un obiettivo chiaro e rivoluzionario: battere la povertà. Abbiamo le risorse e gli strumenti per farlo. Domani la politica ha il dovere di rispondere: presente.