Sel: con la fiducia nasce il partito della Nazione. Ora mobilitazione fuori dall’aula. Primo appuntamento lunedì a Montecitorio
«Vogliamo provare a riaccendere i riflettori sulla realtà. Il tumultuoso percorso della fiducia sull’italicum nasconde un dato su cui occorre riflettere. L’effetto del jobs act è zero». Così il capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto in conferenza stampa. «Alla vigilia del primo maggio-spiega- mentre il palazzo produce uno strappo istituzionale, il paese reale pensa al cimitero del lavoro. Lunedì c’è il voto finale sull’italicum. Il Pd avrebbe voluto chiudere la pratica entro il fine settimana, forse per celare qualche difficoltà interna. Ma soprattutto perché la fiducia ha provocato un terremoto politico molto più profondo di quanto si vede in queste aule. Con la fiducia nasce il partito della nazione. E chi la voto aderisce al partito della nazione».
Ora, annuncia Scotto, «inizia una battaglia fuori dalle aule. Noi ci auguriamo che questo disegno di legge salti. Ci proveremo lunedì in Parlamento. Ma se dovesse passare, metteremo in campo iniziative molto serie nel Paese contro questa legge. Tutte le iniziative possibili per limitarne l’impatto. Un referendum abrogativo? Tutto il possibile, a partire da un fronte molto largo», ribadisce e fa appello «a tutti perché già lunedì, fuori dalla Camera, ci sia una mobilitazione molto forte. Questa legge va fermata: o per via parlamentare o provando a coinvolgere i cittadini». Giorgio Airaudo rimarca: «Capitan Fracassa Renzi, con le sue rodomontate, perde 100mila posti di lavoro. Gli unici posti di lavoro certi che produce Renzi sono quelli che dà ai suoi con questa legge elettorale».
Per il presidente di Sel Nichi Vendola, il voto di fiducia sull’Italicum «è un’anticipazione della deriva autoritaria. Perché – argomenta Vendola – se l’Italicum è sbagliato dal mio punto di vista perché da’ più potere al sovrano e meno potere ai cittadini, depotenzia la funzione del Parlamento, l’idea che un governo possa porre la fiducia su una legge elettorale, cioè sul passaggio fondamentale della definizione delle regole del gioco, a me parte francamente sconcertante».
«Faccio notare – rileva – che il governo regionale pugliese non ha interferito minimamente nell’attività consigliare di definizione della legge elettorale regionale perché quella è materia tipica del legislatore, non del governo. Il fatto che il governo (nazionale, ndr) abbia proposto la legge e addirittura posto la questione di fiducia a me pare molto e grave e contraddice la premessa di cui anche il premier si era fatto portatore: cioè che le regole del gioco bisogna definirle con tutti i giocatori in campo. Non è andata così».
Commenti
-
francesco