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Mercoledì, 10 settembre 2014

SEL: Condannata ad essere ambiziosa

La battaglia ingaggiata da SEL al Senato ha restituito vitalità e prospettive ad una comunità uscita lacerata dal Congresso Nazionale di Firenze; stordita dall’esclusione dal Europarlamento che ha negato il lavoro ed il valore del contributo dato; ferita dalla fuoriuscita del gruppo di LED. A fine giugno il quadro politico era desolante.

Il protagonismo dei 7 senatori ha ridato vita coraggio impegno a questa comunità politica, la stampa è tornata a parlare di noi l’attenzione nell’opinione pubblica è cambiata. Questa battaglia ci da coraggio ma non da soluzioni. È evidente che è necessaria una nuova analisi della situazione politica Italiana ed Europea, da cui far definire le nostre scelte, che prima di essere tattiche debbono essere strategiche.

Sono maturi i tempi che SEL assuma forma e la sostanza di un vero soggetto politico in grado di riaprire una partita che altrimenti appare chiusa. Le differenti anime devono finalmente fondersi e trovare armonia, fattore indispensabile per crescere ed attrarre. Attrarre ed interloquire con la sinistra del PD sempre più marginale ma che fatica a trovare interlocutori. Ad attrarre le forze sindacali e del mondo del lavoro, oggetto di un attacco ai diritti e alle conquiste sociali senza precedenti nella storia repubblicana. Attrarre i giovani, i precari, i senza lavoro che ancor prima di essere privi di rappresentanza sono privi di identità.

La costruzione di un soggetto politico che abbia nel suo patrimonio genetico cultura ambientalista e l’impegno per i diritti civili è fondamentale come è fondamentale che in questa epoca di grandi incertezze si ricostruisca la capacità di rappresentanza dei soggetti più deboli.

Abbiamo fatto importanti battaglie, ma abbiamo anche perso molte occasioni per leggere i fenomeni sociali e per attrezzarci a metterci al servizio di bisogni e interessi del mondo del lavoro e delle giovani generazioni.

L’autunno che ci si prospetta ci pone di fronte a grandi sfide, prima tra tutte la riforma della legge elettorale. Soffia forte il vento del maggioritario e cresce l’insofferenza verso il dissenso, il dubbio. Per resistere non abbiamo scelta, dobbiamo darci un grande obbiettivo: restituire i sogni a chi di sogni non ne ha più, ai più deboli, ai meno rappresentati.

Siamo condannati ad essere ambiziosi, e la nostra ambizione deve essere quella di dare ali ai sogni. Soltanto dando le ali ai sogni sarà possibile realizzarli.

Esperienze come quelle di Tzipras in Grecia come di Podemus in Spagna ci dicono che non sono sommatorie di storie o di ceti politici ha costruire soggetti politici in grado di rappresentare. Ma la capacità di dare voce e volti a intelligenze e saperi che per quanto scollegati possono divenire un formidabile elemento di cambiamento. Nel nostro paese quelle energie sono state intercettate da Grillo, analizzare le cause che hanno impedito alla nostra comunità e alle altre comunità della sinistra e della diaspora compositiva comunista è certamente utile per capire cosa fare.

La velocità con la quale si consumano le stagioni politiche ci dice che non ci sono rendite di posizioni per nessuno, non ci sono state per noi e non ci saranno neanche per Renzi, che attualmente sta vivendo un momento di grande popolarità nel paese. Da questa popolarità non dobbiamo farci spaventare e forviare. La calma piatta e clima di rassegnazione e di inebetita speranza con la quale vengono accolti i proclami del governo e vengono annunciati gli inesorabili tagli a salari, servizi e diritti, non deve trarre in inganno. Non è un deserto quello che ci si presenta davanti ma un popolo senza rappresentanza.

Le immagini di morte e di devastazione che ci hanno riempito gli occhi in questi mesi, contribuiscono a far crescere la paura verso un futuro incerto e fanno lievitare questo clima di insicurezza e inquietudine che attraversa come un fremito le società occidentali che solo ad uno osservatore distratto posso apparire sopite.

Con molta probabilità è stata proprio la constatazione della velocità con la quale si sono consumate e si consumano le stagioni politiche nel nostro paese a farci ritenere superfluo uno sforzo di consolidamento di SEL come Partito con una identità definita.

Ma è proprio questo clima di insicurezza e di inquietudine a rendere non più procrastinabile la costruzione di un soggetto politico forte ma permeabile, in grado di attrarre energie e saperi, in grado di alimentare speranze a far uscire dalla palude del tanto sono tutti uguali.

La questione morale assume per noi, un valore assoluto, senza il quale sarà impossibile infrangere il muro della rassegnazione e della diffidenza. Siete tutti uguali riferito a noi non è una opinione è una sentenza senza appello. La costruzione quindi di una comunità sana con regole chiare e condivise ma soprattutto con un ritrovato clima di fiducia e collegialità è elemento propedeutico ad ogni iniziativa politica.

L’appuntamento di ottobre, conferenza programmatica o di organizzazione, diventa quindi per noi una occasione straordinaria, che ci permette di ripartire.

Fondamentale è il superamento delle divisioni e delle ostilità al nostro interno che sono state zavorre che ci hanno impedito di spiccare il volo. La costruzione di un gruppo dirigente vasto rappresentativo e capace, che riporti le energie e l’entusiasmo dei primi giorni deve essere il primo obiettivo. Insomma linfa nuova spirito unitario che permettà un rinnovamento che non può essere esclusivamente generazionale. L’approfondimento critico dei fenomeni che attraversano la nostra società devono essere la lente attraverso cui costruire non soltanto la nostra strategia di medio lungo periodo ma anche la nostra identità. Insomma L’appuntamento di Ottobre è una grande opportunità che abbiamo il dovere di sfruttare.

*Assemblea Provinciale Roma area Metropolitana

 

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