Sel consegna a Mattarella lettera di famiglia di sfrattati. Chiesto al Presidente di sollecitare governo sul tema
«Abbiamo consegnato al presidente Sergio Mattarella una lettera di una famiglia di sfrattati per rappresentare al capo dello Stato la drammaticità di una situazione che riguarda decine di migliaia di famiglie». Lo ha spiegato ai cronisti il leader di Sel Nichi Vendola, a conclusione del suo colloquio al Quirinale, nel corso del quale è stato accompagnato dal capogruppo alla Camera, Arturo Scotto, e dalla capogruppo Misto-Sel al Senato, Loredana De Petris.
Si tratta, ha spiegato il leader di Sel, «spesso di una guerra tra poveri, tra inquilini e piccoli proprietari: una tragedia, ancor più quando riguarda una coppia di anziani che viene catapultata per strada. Abbiamo chiesto al presidente della Repubblica di sollecitare una maggiore attenzione del governo sul tema».
Nella lettera consegnata al Colle è contenuto un “accorato appello” perché Mattarella salvaguardi “i principi fondatori” della Costituzione “per quel che riguarda la coesione sociale e la dignità di esseri umani”. L’autore della missiva lamenta di essersi “scontrato con una sordità istituzionale che mi ha costretto in una solitudine sociale e morale, senza alcuna soluzione alternativa”. L’appello si conclude con la richiesta di “una legge urgente che fermi gli sfratti e dia la possibilità alle famiglie di accedere al diritto a una vita dignitosa in una dimora stabile e sicura”.
Ecco il testo della lettera:
Al Sig. Presidente della Repubblica Italiana,
Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale
OGGETTO: APPELLO affinche’ Lei si faccia Garante della dignita’ dei cittadini sotto sfratto.
Signor Presidente,
Il mio nome è Antonino Z., ho 66 anni e vivo a Roma. In quanto cittadino del suo paese rivolgo a Lei un accorato appello, affinche’ si faccia garante della Nostra Costituzione e ne salvaguardi i Principi Fondatori, per quel che riguarda la coesione sociale e la dignita’ di essere umani.
Altresi, mi sento in dovere e in diritto come cittadino di chiederLe che Essa sia rispettata oltre che dai cittadini tutti, soprattutto dalle Istituzioni nazionali, di cui Lei e’ garante supremo nonche’ primo rappresentante.
Io sono un cittadino come tanti che a causa della crisi economica ha dovuto interrompere l’attivita’ imprenditoriale avviata da molti anni e che dava lavoro ad alcune famiglie. In questa triste condizione iniziata nel 2009, da quando dopo alcuni mesi ho consumato gli ultimi risparmi, non sono stato in grado di pagare il canone di locazione della abitazione dove risiedo da oltre venti anni, subendo una procedura di sfratto per morosita’. Proprio oggi ho l’accesso dell’ufficiale giudiziario.
In questa situazione mi sono scontrato con una sordita’ istituzionale che mi ha costretto in una solitudine sociale e morale, senza alcuna soluzione alternativa. Non posso lavorare per gravi motivi di salute e non posso andare in pensione perche’ non ho i soldi per chiudere la mia partita Iva, ostativa alla liquidazione della indennita’ sociale di cui sono titolare sulla carta.
L’unico sostegno e’ stata la solidarieta’ delle famiglie nella mia stessa condizione, attraverso la quale ho trovato la forza di combattere e andare avanti.
Le chiedo che venga ribadito negli ambiti e nelle sedi che Lei riterra’ più opportune – nelle parole come nei fatti – il principio della tutela dei cittadini, attraverso la tutela del diritto alla casa per me e quelli che come me che vivono una condizione cosi’ drammatica come quella dello sfratto. Le chiedo possa diventare concreta una legge urgente che fermi gli sfratti e dia la possibilita’ alle famiglie di accedere al diritto ad una vita dignitosa in una dimora stabile e sicura.
Nel ringraziarLa per la cortese attenzione prestatami, Signor Presidente, ripongo in Lei in prima istanza la mia Fiducia, sapendo quanto Le stia a cuore il bene dei cittadini che dimorano nel nostro Paese.
Colgo altresi’ l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.