Sel Liguria: scelta retrograda e illiberale quella di Toti di fare partecipare regione al Family Day. Sel invita a partecipare alle iniziative di SvegliaItalia
“Apprendiamo che Toti vuole fare partecipare ufficialmente la Regione Liguria al Family Day con tanto di gonfalone, come già deciso pare da Lombardia e Veneto. Ricordiamo che il Family Day è una iniziativa nettamente di parte, convocata sulla spinta della parte più conservatrice e oltranzista del mondo cattolico, il cui fine esplicito è la contrapposizione al disegno di legge Cirinnà e in generale al prospettato riconoscimento delle Unioni Civili e a quello, invero assai limitato, delle adozioni anche per le coppie omosessuali attraverso la cosiddetta stepchild adoption”.
Lo dichiara Angelo Chiaramonte coordinatore regionale di Sel in merito alle ultime esternazioni del governatore della Liguria Toti, sottolineando come “ogni qualvolta si parli di diritti, questa amministrazione sveli appieno le sue caratteristiche di destra illiberale e retrograda. Basti dire che la motivazione tutta ideologica di queste posizioni è che riconoscere i diritti delle persone omosessuali porterebbe nientemeno che a chissà quale attacco alle famiglie e alla società. Al contrario, sappiamo bene che purtroppo da molti anni tutte le famiglie, indistintamente, continuano a subire i gravi effetti della crisi economica, del welfare, della disoccupazione”.
“SEL si oppone con forza a questo orientamento della Giunta Toti – conclude il coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà Liguria – perché non rappresenta tante e tanti cittadini liguri che sono per l’uguaglianza dei diritti e la laicità, al di là del loro orientamento politico o religioso, e pensano che estenderli per via normativa a chi non li ha e che invece li aspetta da decenni non tolga nulla a chi già li possiede”.
SEL invita i propri aderenti e simpatizzanti a partecipare a #SvegliaItalia, mobilitazione indetta dal movimento Lgbt, che si terrà in 75 piazze italiane e in quelle principali della nostra Regione sabato 23 gennaio, proprio per chiedere con forza il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali. Sono centinaia le adesioni arrivate già oggi, per superare le discriminazioni, considerando il ddl Cirinnà solo l’inizio di una battaglia legislativa ma soprattutto civile e sociale che vede il nostro paese fanalino di coda in Europa.