Sel: reato di tortura, servono miglioramenti ma legge va approvata. E sui fatti del G8 di Genova serve la commissione d’inchiesta
Sinistra ecologia libertà ha rilanciato, in una conferenza stampa alla Camera, la proposta di una commissione d’inchiesta sulle violenze al G8 di Genova del 2001. «La possiamo approvare domani, ci vuole la volontà politica, ma non basta un tweed», ha spiegato Celeste Costantino alludendo al presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il tema è ritornato d’attualità dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per le torture subite dai manifestanti accampati alla scuola Diaz presa d’assalto dalle forze dell’ordine. Va di pari passo con la discussione sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento penale italiano, altro punto critico nel mirino dei giudici di Strasburgo. E sulla proposta di legge che è oggi all’esame dell’aula della Camera, gli esponenti di Sel hanno chiarito che, pur avendo intenzione di battersi per dei miglioramenti, l’orientamento del loro gruppo è quello di votare a favore del provvedimento, essendo prioritaria l’esigenza di introdurre questo reato nel Codice penale.
Nel mirino di Luca Casarini, di recente entrato a far parte dell’assemblea nazionale di Sel, i vertici delle forze dell’ordine: «Non possiamo accettare – ha detto – di vivere in un Paese nel quale tutti i responsabili della catena di comando di Genova sono stati promossi. E’ Medioevo». Il deputato Daniele Farina ha ricordato che «anche nel 2006 la Camera aveva votato un provvedimento di questo genere, ma poi fu bloccato al Senato», spiegando così i motivi per i quali, anche se «non è quello che avremmo auspicato» il provvedimento va comunque approvato. «Vedremo come va la discussione – ha poi precisato il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni – perché in aula i provvedimenti possono migliorare ma anche peggiorare, facendo gli scongiuri…».
Un tema contiguo a quello dei fatti di Genova è stato affrontato dal senatore di Sel Peppe De Cristofaro, che ha ricordato l’iniziativa legislativa per l’introduzione del numero di identificazione per gli agenti di pubblica sicurezza impiegati in piazza. «Il Governo – ha spiegato – ci ha chiesto di rinviare il tema a un disegno di legge sulla sicurezza urbana, ma sono temi distinti e c’è un problema di metodo perché l’opposizione ha diritto di portare in discussione una quota di suoi provvedimenti. Siamo disposti a esaminarli in parallelo, tenendoli distinti, ma diamo un termine al Governo: se entro quindici giorni non presenta la sua proposta, torneremo all’assalto. E chiederemo a Renzi di esprimersi, di dirci se è possibile un adeguamento alla normativa europea o se l’Italia, ancora una volta, deve essere un’eccezione».
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