Sel: serve una commissione d’inchiesta sulla Tav. Vendola: la credibilità dello Stato è compromessa
Istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sul progetto del sistema ferroviaro ad Alta velocità. E’ questa la proposta lanciata dal gruppo Sel alla Camera all’indomani dell’inchiesta ‘Sistema’. Una proposta di legge, spiega il capogruppo Arturo Scotto in una conferenza stampa, che Sel ha tra l’altro aveva già presentato nel novembre del 2013. «Prima della magistratura la politica e il Parlamento hanno il dovrere di intervenire, di interrogarsi per capire», sottolinea Scotto ricordando che il costo della corruzione, in Italia, è di «60 miliardi di euro». E in merito «alla concentrazione di investimenti e affari sulle opere pubbliche» Scotto evidenzia come lo «scenario non è quello degli Usa ma quello della Russia di Putin».
Il problema principale, osserva Giorgio Airaudo, è quello della «lievitazione dei costi delle grandi opere: la Torino-Milano è costata ad esempio 60 milioni a chilometro quando la media mondiale è di 20 milioni a chilometro. Non è possibile che lo Stato scialacqui e consenta la corruzione mentre i cittadini tirano la cinghia. Non è che per essere moderni bisogna essere più corrotti». La senatrice Alessia Petraglia, infine, richiama l’attenzione sul progetto della Tirrenica, interessato anche questo nell’inchiesta Sistema. «E’ un progetto inutile, occorrono invece risorse per la tutela del territorio, chiediamo di fermare tutto e di fare chiarezza».
«Credo che sia stato consentito un attacco concentrato sulla procura di Milano, sulla dottoressa Elda Boccassini, che è un attacco sconsiderato nelle forme e nei modi. Penso che il mancato dialogo con la magistratura sia una contraddizione del cambiare verso di cui parla Matteo Renzi». Così ai cronisti il leader di Sel e presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commentando la dichiarazione del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli che ha parlato di un Paese in cui «i magistrati sono stati virtualmente accarezzati e i corrotti accarezzati», all’indomani dell’arresto di Ercole Incalza.
«Alla fine dei conti – ha detto Vendola – l’elemento su cui noi abbiamo criticato ferocemente Berlusconi e il berlusconismo, è cioè la sovrapposizione del potere esecutivo al potere legislativo e al potere giudiziario, il tentativo di uno dei poteri di emergere e di subordinare gli altri, in qualche modo è continuato anche nell’epoca del governo Renzi. Lo dico – ha continuato – perché Renzi non se la può cavarsela oggi anche di fronte alla cronaca veramente angosciante di queste ore che viene dall’arresto di Ercole Incalza e di tanti altri, con un tweet, né coprendosi con il volto pulito di Raffaele Cantone e con l’autority anticorruzione, perchè la credibilità dello Stato oggi è ampiamente compromessa e il primo atto, lo dico non per ragioni giudiziarie, ma per ragioni politiche – ha concluso – dovrebbe essere una bonifica radicale del ministero delle Infrastrutture, e anche le dovute dimissioni del ministro competente».