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Giovedì, 7 gennaio 2016

Sel-SI: Su quanto accaduto nel carcere di Sollicciano accerteremo responsabilità in Parlamento

FOTO REPERTORIO DI CARCERI AFFOLLATI

«Non sono soltanto le detenute della sezione femminile a denunciare le condizioni di detenzione inumane a Sollicciano. Tra ottobre e novembre un sopralluogo della Asl ha certificato l’inagibilità della struttura: perché di questo non si parla? Sappiamo che la relazione è stata letta da tutti gli organi preposti, ma non ci sono atti ufficiali. Perché?». A chiederlo sono le parlamentari di Sel-Si, Marisa Nicchi e Alessia Petraglia, i consiglieri regionali di ‘Sì-Toscana a sinistra’ Tommaso Fattori e Paolo Sarti, i consiglieri comunali di ‘Firenze riparte a sinistra’ Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi, che hanno annunciato oggi in conferenza stampa iniziative nelle rispettive istituzioni.

«Dopo la visita dello scorso 30 dicembre – spiegano – lunedì 4 gennaio, siamo tornati a Sollicciano per incontrare le detenute firmatarie della lettera-denuncia. Abbiamo trovato una situazione che va ben oltre le già gravissime condizioni generali della struttura, con una infestazione di topi in corso, materassi ammuffiti, celle fatiscenti ed evidentemente incompatibili con la detenzione. Non ci stupisce apprendere, quindi, che un sopralluogo della locale Asl della scorso ottobre avrebbe dichiarato sostanzialmente inagibile tutta la sezione, prescrivendo una serie di interventi rimasti ad oggi lettera morta. Stupisce, invece, il silenzio totale su questa vicenda, rispetto alla quale accerteremo con una richiesta di accesso agli atti e con interrogazioni in Consiglio regionale e in Parlamento le responsabilità politiche e amministrative».

«A Sollicciano – aggiungono le parlamentari della sinistra – si violano quotidianamente la nostra Costituzione e i più elementari diritti umani. Oggi in Italia non c’è più la pena di morte, ma a Sollicciano si muore di pena, senza che si faccia nulla per la riabilitazione delle persone e per il loro recupero. Esemplare il caso di cui siamo venuti a conoscenza durante la visita: detenuti che hanno potuto incontrare il loro educatore soltanto tre volte in sei mesi».

«Clamorosa poi – concludono Nicchi e Petraglia – la mancata apertura delle Rems, nel silenzio consueto quando si parla di carcere e di disagio psichico. Ad oggi, i detenuti psichiatrici sono custoditi nei reparti comuni, in spazi non adeguati alla cura. È bene ricordare che dal 1° gennaio la Regione Toscana avrebbe dovuto essere commissariata per non aver rispettato la data del 31 dicembre, termine frutto di rinvii, annunci e ancora rinvii, per la chiusura degli Opg. Così come non è stato fatto niente per arrivare alla apertura degli Icam per le madri detenute: oggi, nel carcere di Sollicciano, vive un bambino di tre mesi insieme alla mamma, costretto in spazi insalubri e pericolosi per la sua salute organica e psicologica. Non basta realizzare un’area giochi: il carcere non è un ambiente nel quale possiamo accettare che un bambino cresca».

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