Sel: vigilia di Natale giorno per delitto perfetto dei diritti dei lavoratori. I decreti attuativi peggiorano la delega
«La Vigilia di Natale è il giorno per il delitto perfetto dei diritti dei lavoratori. Mentre le famiglie sono impegnate con i propri cari, il governo Renzi con un colpo di spugna archivia definitivamente l’art.18 e a questo aggiunge anche la legittimita’ di licenziare per scarso rendimento. Al peggio non c’è mai fine. Così il senatore Giovanni Barozzino, capogruppo di Sel in Commissione Lavoro, commenta i decreti attuativi del Jobs Act che saranno votati domani dal Consiglio dei ministri.
«Tutto quello che non sono riusciti a fare Berlusconi e Monti, lo sta facendo Renzi: dare piena discrezionalità al datore di lavoro. Licenziare più facilmente è del resto il punto cardine su cui è costruito il Jobs Act», aggiunge. «In futuro sarà più conveniente assumere per poi licenziare, senza stabilizzare mai il lavoratore. Un precariato a vita, altro che tutele crescenti! Come contropartita a tutto questo scempio, ci sono gli sbandierati 80 euro elargiti come misura spot solo ai lavoratori di una certa categoria, una goccia nel mare – ha concluso Barozzino – perche’ gli altri, gli incapienti, le partite Iva e i pensionati, sono stati serenamente dimenticati».
Dalla Camera la conferma di quanto sta accadendo. «Gli annunci sui decreti lavoro come immaginato, peggiorano l’ampia delega che il governo ha strappato al Parlamento. Domani il Cdm approverà le linee di indirizzo, i titoli di una parte dei decreti attuativi del Jobs Act, in attesa, 30 giorni, del parere non vincolante delle commissioni parlamentari». Lo afferma il responsabile nazionale lavoro di Sel, GiorgioAiraudo.
«I decreti – prosegue – monetizzano i diritti e rendono tutti i lavoratori progressivamente precari. Lo chiamano lavoro a tutele crescenti ma i diritti decrescono e in realta’ si estende il precariato con un indennizzo crescente e si monetizza il diritto al lavoro. Il diritto al lavoro scambiato, se verranno confermate le indiscrezioni di queste ore, addirittura con un possibile sconto fiscale». «In questo modo – aggiunge ancora – lo Stato abbandona in solitudine i cittadini nei luoghi di lavoro riducendoli a merci. E non importa se l’indennizzo per il licenziamento rischia di essere piu’ basso dei contributi e degli sgravi alle imprese e favorisce i licenziamenti, non importa se la Cassa integrazione scompare per le imprese cessate”. “Nel frattempo – conclude – il Paese continua ad avvitarsi nella crisi, la disoccupazione e’ a doppia cifra e tutti i dati ci dicono che gli italiani sono preoccupati per il presente e il futuro del loro lavoro, e hanno paura di scivolare nella poverta’. Anche Renzi sa che le misure previste non creeranno occupazione stabile e duratura nel breve termine e quindi guadagna tempo per se e il suo governo sottraendolo ai lavoratori».
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