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Giovedì, 9 ottobre 2014

Senato, sì al Jobs Act. Tocci, senatore Pd si dimette: la legge è in contrasto con il mandato ricevuto dagli elettori

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Dopo una lunga giornata caratterizzata da forti tensioni il Senato ha votato la fiducia alla riforma del lavoro voluta dal premier Matteo Renzi. Presenti 279 senatori, (165 sì, 111 no, 2 astenuti) il voto quando ormai era notte fonda. In pratica erano 42 gli assenti al momento del voto. Tra questi gli esponenti della minoranza dem Mineo e Casson. Il senatore Walter Tocci, invece, ha votato sì, annunciando subito dopo le sue dimissioni.

Le ragioni delle dimissioni le spiega sul suo suo blog dove il senatore scrive: «I margini di maggioranza al Senato sono esigui e non ho intenzione di causare una crisi politica». Perciò «voterò la fiducia, ma subito dopo prenderò atto dell’impossibilità di seguire le mie idee e mi dimetterò da senatore». Poi precisa: si tratta di una una scelta di «coscienza, senza alcun disegno politico per il futuro». Sulla delega lavoro «il mio dissenso è profondo sia nella forma che nella sostanza del provvedimento. Soprattutto mi preoccupano gli equivoci che hanno dominato il dibattito. I progetti raccontati ai cittadini non corrispondono ai testi che votiamo in Parlamento» sottolinea Tocci annunciando l’addio a palazzo Madama per le divergenze sul Jobs act: «L’opinione pubblica sa che stiamo cancellando l’art.18 ma questo non c’è scritto nella delega. Quell’articolo non esiste più perché è stato cancellato due anni fa da Monti». «Questa legge delega non contiene indirizzi e criteri direttivi, è una sorta di delega in bianco che affida il potere legislativo al potere esecutivo senza i vincoli e il limiti indicati dalla Costituzione» spiega Walter Tocci sul suo blog.   «Queste scelte sono a mio parere – aggiunge motivando la decisione di dimettersi da parlamentare – in contrasto con il mandato ricevuto dagli elettori. Non erano certo contenute nel programma elettorale che abbiamo sottoscritto come parlamentari del Pd nel 2013».

Commenti

  • franco osculati

    Per quel che vale, esprimo la mia stima al sen. Tocci. Franco Osculati

  • francesco

    Io no! Il senatore Tocci ha votato la fiducia al governo Renzi leggittimandolo a compiere altre nefandezze a scapito dei lavoratori. Ha condiviso la scelta con altri componenti della cosiddetta “Sinistra” interna che si sono comportati come ladruncoli notturni. L’unica scelta coerente sarebbe quella di abbandonare il PD, un Partito succube e garante della grande Finanza, ma non lo faranno neanche sotto tortura. A Sel il compito di riconsiderare le future alleanze…pena la sua definitiva omologazione agli interessi della borghesia parassitaria e guerrafondaia.

  • Peppe Parrone

    Che il PD sia un partito garante della grande finanza, è ormai chiaro, ma purtroppo non è il solo col quale dovremmo prendercela. Come mai non c’è stato un approfondimento nemmeno a sinistra sulla dichiarazione che Alessandro Profumo, allora AD di MPS fece su La Repubblica, quando nell’operazione di ricapitalizzazione del Monte dei Paschi ebbe a dire che “Se salta l’operazione non rischia solo il Monte ma tutto il sistema bancario italiano”?. Il rischio infatti era che se MPS, non riusciva a pagare i Monti Bond, la banca senese poteva diventare automaticamente una Banca di proprietà dello Stato italiano, ossia una banca pubblica. Sta di fatto che una banca pubblica in mano allo Stato, può prendere in prestito direttamente dalla BCE il denaro necessario al suo fabbisogno, risparmiando decine di miliardi di euro all’anno sul costo degli interessi sul debito pubblico. Se ci ricordiamo, e capiamo fino in fondo, tutta la vergognosa vicenda del decreto IMU-BANKITALIA, cominciamo a capire che a garantire questo sistema bancario dove la grande finanza la fa da padrona, non è soltanto il PD, ma purtroppo gran parte della sinistra.

  • Riccardo

    Tranquilli, vedrete che l’aula respingerà le dimissioni e non verranno mai più ripresentate. Non illudiamoci che la sinistra PD, voglia veramente contrastare le politiche renziane ispirate dalla Troika. Purtroppo la cosi detta “Sindrome di Stoccolma” ha colpito inesorabilmente gran parte degli italiani che a parole dicono di non condividere quello che Renzi dice di voler attuare, ma poi lo votano. Ci aspettano anni di duro e paziente lavoro per creare una alternativa credibile, l’importante è non demordere e scoraggiarci.

  • Michele

    Da militante si SEL. Il segnale politico alla superbia di RENZI è quello di uscire da tutte le Amministrazioni in cui siamo alleati al PD. L’unica vera alternativa e ricostruire sul serio la SINISTRA