Sgomberare le persone non è il modo di affrontare il problema, sa solo facile propaganda
Sgomberare i campi nomadi e scacciare intere famiglie senza dare alternative abitative significa solo rimuovere il problema, non risolverlo. Significa fare facile propaganda e non buona politica. Invece vanno cercate soluzioni. Come avvenuto ad esempio a Messina o a Settimo Torinese, dove gruppi Rom e Sinti, grazie a progetti elaborati da comuni e associazioni, hanno recuperato con il loro lavoro edifici fatiscenti e abbandonati, per poi andarvi ad abitare pagando l’affitto. È quello che ho detto stamattina ad alcune donne Rom e ai rappresentanti della Associazione 21 luglio, che mi hanno consegnato a Montecitorio il rapporto nazionale 2014 sulle condizioni di queste comunità in Italia, in occasione della Giornata internazionale dei Rom e dei Sinti.
È un falso mito che vogliano abitare nei campi. Le donne con cui ho parlato hanno raccontato le terribili condizioni in cui sono costrette ad abitare con i loro bambini e hanno espresso il desiderio di vivere come tutti. “Spesso le nostre famiglie sono stipate in container di pochi metri quadrati e in situazioni igienico-sanitarie drammatiche”, ha detto una giovane italiana appartenente alla minoranza Rom.
Altro falso mito è che i Rom siano un’emergenza nazionale. I numeri parlano chiaro: da noi sono circa 180 mila, di cui la metà cittadini italiani e rappresentano appena lo 0,25 per cento della popolazione. Ben altra è la situazione in Spagna, dove sono 725 mila o in Francia dove sono 400 mila. Tutti dati che ci aiutano a capire quale sia la realtà che troppo spesso viene alterata dalla demagogia.