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Martedì, 28 luglio 2015

Sì di Sel al referendum contro le trivelle

Aula del Senato

Siamo impegnati da mesi, con i comitati, i cittadini, il movimento no Triv, in una battaglia senza tregua contro lo Sblocca Italia e l’idea perversa di trivellare i nostri mari. Una scelta senza senso, che determinerà disastri ambientali e pochissimi posti di lavoro, essendo un tipo di scelta ad alta intensità di capitale ma non di forza lavoro. Un regalo, quindi, a poche e grandi multinazionali del petrolio e niente più: nessun beneficio per il nostro territorio e per coloro che lo abitano.

Nonostante la contrarietà espressa dai cittadini dei luoghi coinvolti, nonostante le grandi manifestazioni che ci sono state, basti pensare alle decine di migliaia di persone presenti a a Lanciano il 23 maggio scorso, il Governo Renzi ha dato il via libera a trivellazioni ovunque dall’Adriatico, al Mar Ionio, al Canale di Sicilia, con un pericolo enorme per ambiente e turismo.

Per questo, condividiamo e sosteniamo il referendum abrogativo proposto dal coordinamento No Triv e A Sud (che propone di abrogare l’art. 35, comma 1, D.L. 22 giugno 2012, n. 83 “Decreto Sviluppo” convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134). Lavoreremo attivamente affinché il referendum possa essere richiesto – già dopo le 9 regioni che hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale per lo Sblocca Italia – da almeno 5 consigli regionali (necessari per poter indire il referendum abrogativo). Un lavoro che già stiamo espletando, in particolare grazie all’assessore regionale Mario Mazzocca che in Abruzzo si è fatto promotore della proposta di referendum e dell’iter amministrativo che ne consegue.

I consiglieri regionali di Sinistra Ecologia Libertà saranno impegnati nei consigli regionali in cui sono presenti affinché questa battaglia possa essere portata a compimentoe dare così la possibilità ai cittadini coinvolti direttamente di esprimersi sulle scelte che riguardano il futuro del loro territorio.

 

Commenti

  • claudio

    la legge regola la ricerca, l’estrazione e la coltivazione entro le 12 miglia. E tutte le altre trivelle previste e già autorizzate oltre le 12 miglia dallo Sblocca Italia, le lasciamo realizzare?

  • francesco

    Intanto però, siete culo e camicia con quei Partiti (in primis il PD, come in Puglia) che invece sostengono la devastazione del territorio e delle coste marine per favorire le lobby del gas e del petrolio…

  • Marco Monzali

    Ci sono i due referendum antitrivellazioni presentati da Possibile. Perchè Marco non ne parli?

  • Giuseppina Buscaino Nebbia

    Sbagliato!! In Puglia SEL h afatto l’accordo pechè Emiliano non è d’accordo con le trivellazioni e la tap.

  • Sil Bi

    Scusate ma mi pare che questo sia esattamente lo stesso quesito per il quale noi di Possibile stiamo già raccogliendo le firme… che senso ha non unire le forze su quello e presentarne un altro? E SEL non aveva detto di voler collaborare ai referendum proposti da Possibile? A me sembra una follia…

  • Angela Ciaccafava

    quello promosso da Possibile è stato istituito troppo in fretta non coinvolgendo pienamente i comitati che chiedono di posticiparlo per dare tempo alla divulgazione delle informazioni. Pensare di raccogliere le firme necessarie entro il 30 settembre è praticamente impossibile.

  • Sil Bi

    dunque il quesito è esattamente lo stesso, ma non c’è tempo di raccogliere le firme? Beh, noi ci proviamo.. sarebbe bellissimo se SEL, oltre a sostenere la strada dei 5 consigli regionali, provasse a sostenere anche noi: dopotutto due tentativi sono meglio di uno solo, no? (al momento bisogna raccogliere le firme, non penso che gli italiani non sappiano proprio nulla sulle trivellazioni marine… dopo il 30 settembre ci saranno almeno 7 mesi per divulgare tutte le informazioni che si vogliono, dato che eventualmente il voto sarà dopo il 15 aprile, come prevede la Costituzione)

  • Angela Ciaccafava

    personalmente credo che Possibile avrebbe dovuto coinvolgere maggiormente i “protagonisti” dei vari quesiti (intendo insegnanti, comitati, ecc) in modo da presentare i referendum in maniera trasversale, come è stato fatto per il referendum sull’acqua pubblica. Ora, partendo in tutta fretta da soli, il rischio è che in molti non appoggino questa iniziativa e che si finisca per bucare. Prova ne è il fatto che i comitati degli insegnanti abbiano presentato, in concomitanza, un quesito sulla normativa riguardante la scuola.