Si faccia chiarezza sul “protocollo farfalla”
Il ministro della giustizia e i vertici dei servizi segreti e del Dap facciano chiarezza una volta e per tutte sul “protocollo farfalla”. Dopo anni di silenzi e negazioni oggi sappiamo che quel protocollo esiste e sembra dimostrare come i servizi abbiano ottenuto informazioni su Cosa Nostra da alcuni detenuti in regime di 41 bis in cambio di denaro.
Se così fosse sarebbe importante capire come è stato possibile che il Dap e i Servizi abbiano potuto avere informazioni in maniera riservata sui detenuti senza alcun controllo da parte della magistratura e dell’autorità giudiziaria. La vicenda ha dei contorni ancora troppo oscuri ed è bene che tutti i protagonisti facciano luce al più presto. Sarebbe inammissibile l’esistenza di una struttura parallela alla magistratura che abbia avuto rapporti segreti, al di fuori di alcun controllo e utilizzando metodi inaccettabili come l’elargizione di denaro in cambio di informazioni, con esponenti di cosa nostra, n’drangheta e camorra, peraltro non collaboratori di giustizia. E’ importante capire quale sia stato il ruolo del Dap in questa vicenda visto che questi risponde direttamente al ministero della giustizia. Visto che il protocollo risalirebbe al 2002, sull’intera vicenda sarebbe urgente ascoltare i ministri della giustizia e degli interni dell’epoca.