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Giovedì, 4 giugno 2015

Sinistra e Pd. Caro Giuliano Pisapia, non sono d’accordo, discutiamone

nichi

Caro Giuliano,

sai bene che ti stimo molto e che ti ritengo una risorsa fondamentale per la sinistra e per il paese. E proprio la stima che provo per te, mi obbliga a dirti pubblicamente che non condivido la tua intervista a Repubblica.Penso sia giusto dirlo, perché è giunto il momento che i dibattiti siano fatti alla luce del sole, affinché siano larghi e condivisi, di modo che ciascuno possa contribuire alla definizione di un percorso che, certo, ha a che fare con la Sinistra, ma non solo. Ha a che fare anche con il futuro di questo paese. Un paese in cui aumentano le disuguaglianze e le sofferenze sociali, cui il governo non riesce a mettere un freno, quasi come se fossimo di fronte all’ineluttabilità di scelte politiche reiterate. Sempre uguali e sempre dannose.

Lo scrive sul suo blog sull’Huffington Post il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni

Non condivido né la tua analisi sul voto, né le prospettive che indichi. Voglio essere chiaro: non è tanto l’idea dell’ennesimo ponte fra la sinistra e il Pd a non convincermi, quanto il modo in cui viene proposta. Ovvero, senza considerare le ragioni che hanno prodotto una netta divaricazione fra la sinistra di questo paese e il Pd. Penso, infatti, che non si possa avanzare una proposta di questo tipo, senza tenere in considerazione le politiche del governo Renzi. Non si può tacere sullo Sblocca Italia, che toglie voce alle comunità locali; non si può tacere sul Jobs Act, che stabilizza la precarietà (perdona il gioco di parole) e che rende tutti uguali, certo, ma al ribasso, senza diritti; non si può tacere dello scempio che si sta compiendo sulla scuola pubblica, né si può tacere sulla torsione presidenzialista e antidemocratica che l’Italicum imprime al sistema rappresentativo del nostro paese. Scelte politiche di questo tipo dovrebbero essere giudicate alla luce di una domanda ben precisa: qual è l’idea che questo governo e Matteo Renzi hanno della società italiana? E qual è l’idea che abbiamo noi?

Sono abituato da sempre a fare analisi a partire dai dati di realtà e non da posizioni politiche acquisite e credo, quindi, che il segno delle scelte politiche di questo governo sia nettamente antitetico non solo all’idea che la Sinistra ha della società e del futuro, ma anche alle necessità stringenti dei cittadini. E temo che a loro, a quei corpi sociali cui ci rivolgiamo ogni volta, vessati da anni di politiche di austerity, poco importi dei quadri di famiglia, del futuro del centrosinistra o anche del futuro della Sinistra stessa, quando non riescono a trovare risposte adeguate nella politica. E se non trovano risposte volgono lo sguardo da un’altra parte. Bisogna dirlo con chiarezza da che parte si sta, quando si giudica la politica e quando questa impatta in questo modo sulla vita di milioni di persone. Sulla riforma della scuola, ad esempio, è possibile una mediazione, oppure va rigettato in toto il disegno del governo che risponde ai desiderata, ormai è noto, di Confindustria?

Abbiamo fatto una scelta. L’abbiamo fatta con consapevolezza in Liguria. E l’hanno fatta anche coloro che hanno abbandonato il Pd, proprio alla luce dei fatti e della realtà. E trovo che non sia saggio, né corretto, chiedere alle minoranze di “obbedire” ad una visione che non condividono più, o peggio, chiedere loro di non andare via dal Pd, anche quando si valicano i confini della correttezza e del buon senso come è accaduto nelle primarie liguri. La ragione del partito non può sovrastare la ragione della politica. Non si può velatamente chiedere a Sergio Cofferati di lasciare il seggio a Strasburgo, in ragione della sua uscita dal Pd, e non dire una parola sulla più grande operazione trasformista cui abbiamo assistito nel Parlamento Italiano, in cui ormai circa 200 deputati si sono spostati e per lo più verso l’area del governo.

C’è da lavorare molto, è vero, nella politica e nella società, ma con un obiettivo chiaro: c’è un’alternativa ad un modello e ad un’idea di politica che ha prodotto danni e che continua a produrne. Partiamo da questo, innanzitutto, da quello che noi vogliamo fare e dall’analisi della crisi economica, sociale e democratica, individuando le cause e non confondendole con gli effetti.

Con stima Nicola

 

Commenti

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    E’ ormai da tempo che Guliano Pisapia (pur restando una persona corretta e onesta e, a quel che so, tutto sommato un buon sindaco) non perde occasione per sparare sulle minoranze e coccolare questo PD. L’ha fatto nel suo intervento a Human Factor, lo fa in televisione quando invitato, e ora su Repubblica. Fermo restando che ovviamente ognuno ha il diritto di esprimere le sue opinioni, ci tengo a ricordare a Pisapia (visto che lui lo fa con Cofferati) che è eletto con i voti di Sel, non del PD. Il PD l’ha sostenuto, ma lui correva per Sel. Perché non lascia la poltrona da sindaco, visto che adesso la pensa così? Ovviamente vuole solo essere una provocazione, ci mancherebbe altro, solo però per far notare da che pulpito viene la predica.

  • mariosi

    Se una persona di livello come Pisapia intende spendersi per un progetto,ritengo debba farlo a tempo pieno e non lanciando segnali a mesi alterni su giornali in orbita governativa.
    Molti degli attuali sindaci,che si sono affrettati a prendere distanze e distinguo da SEL e Vendola,hanno dimenticato che a questi devono la loro inaspettata elezione.
    Almeno un riconoscimento politico e non la novela che sembrano avere fatto un favore con la loro preziosa candidatura.
    Comunque: su qualcosa sono renziano:e’ ora di svecchiare e di cambiare;basta con le persone per tutte le stagioni.Un po’ di ottimista gioventu’ (non solo anagrafica).

  • nino

    pisapia non ha torto. Se l’unico obiettivo è quello di vincere al di là dei programmi, come dice implicitamente, allora non si può che fare sempre le alleanze tra pd e sinistra.
    Se, invece, le alleanze sono funzionali ai programmi e non viceversa, allora si deve dire chiaramente che con questo pd non si può prendere nemmeno un caffè. Stare nel mezzo, come fa sel,che a livello nazionale è contraria alle cosiddette riforme renziane e poi in molte regioni con quello stesso partito fa le alleanze, spacciandole per progressiste, è una ipocrisia.

  • Fabrizio

    Pisapia deve ricordarsi per non scordarsi ,democraticamente e scientificamente parlando, che dialogo e confronto , nel senso civico stretto del significato delle due parole, sono obiettivi che si raggiungano solo attraverso due virtu’sacrosante di vita quotidiana e cioe’ la virtu’ civica e la virtu’cognitiva.
    Il dialogo e confronto rappresentano obiettivi di virtu’ governativa ma occorre ricordarsi per non scordarsi mai che senza etica morale,comportamentale non c’e rispetto; senza rispetto non c’e’ cultura sociale;senza cultura sociale non c’e’ e non ci sara’ mai dialogo e confronto.

  • Dario

    Al di là del fatto che sembra che a Milano sia odiato (unico motivo per cui non si ricandiderà) sono d’accordo: da mesi mi dico “ma quand’è che Pisapia è diventato più renziano di Guerini?”.
    Proprio per evitare queste situazioni, e per non dover in futuro commissariare dirigenze locali (Paolo Cento in Emilia, chissà cosa sta facendo, sarei curioso di seguire il suo operato) proprio sul nodo alleanze, l’alleanza col PD deve divenire una cosa eccezionale nel senso proprio del termine: ossia, ogni tanto, è possibile stringerla, non in virtù del partito ma di candidati (che si spera in futuro usciranno) di qualità, come lo sono Marino, Casson o per certi versi Emiliano.
    Ma il partito unico servirà anche a questo. Lo stesso Civati ha detto pochi giorni fa “perché in futuro dovrei pensare di allearmi col PD, se da quel partito sono uscito?”.

  • Claudio

    CARO Nicola, con quante armate intendiamo sfidare il PD? Quando mettiamo insieme un esercito reale ? Quando diciamo apertamente che tutte le proposte attendiste sono una rovina?
    Perchè Pisapia ha magari tanto torti ma si chiede realisticamente con chi si farà il governo a Milano il prossimo anno. Lo vogialo il Pd? come ,?
    E se non ci piace come creiamo nuovi rapporti di forza,leggi piu consenso per noi? Per favore niente racconti o proponimenti. Quali fatti please!
    Quale strumento metropolitsano di informazione intendiamo avere per la campagna del prossimo anno? E via di questo passo.
    Questo tipo di risposta spoiazzano l’argomentare di Pisapia. Altrimenti ha ragione lui,nei fatti.

    Claudio

  • francesco

    Eccoci qua subito pronti a gettare fango anche su noi stessi appena non si condividono le posizioni.
    Chissà quali sono le autorevoli e certe fonti che fanno senza indugi affermare che Pisapia “non si ricandiderà perchè odiato”?
    Te le indico io: NON esistono.
    Pisapia già prima della vittoria elettorale aveva promesso che avrebbe fatto un solo mandato, che sarebbe stato un Sindaco di transizione per dare spazio ad una nuova classe dirigente più giovane. Una promessa che aveva ribadito anche supito dopo la vittoria. Basta leggere i giornali.
    Poi si può avere su di lui un giudizio positivo o negativo, si possono condividere le sue posizioni sul centro-sinistra o meno (ma noi che siamo così schizzinosi ed offesi al solo pensiero di aver a che fare con il PD non ci ha scifato essere eletti grazie all’alleanza con quel partito), ma affermare il falso pur di denigrare ci saqualifica solamente e non giova certo ad una seria discussione di merito sulle alleanze.

  • Dario

    Io non affermo il falso. Semplicemente, non essendo milanese, mi baso su quel che posso: ossia sondaggi di gradimento abbastanza bassi, e commenti di lettori online mai positivi (da Repubblica, al Manifesto, al Fatto).
    Lui non può avere idee diverse sul centrosinistra, perché la gente come lui è confluita nel PD, come Fava e Migliore: invece di far pulizia, tolleriamo chi è poltronaro?
    Infine, essere eletti… Ma sul serio non ti rendi conto dell’abisso che passa tra una persona che rispetto moltissimo come Bersani e gli attuali candidati e dirigenti?
    Qual è il vostro sogno, allearvi in eterno con chi accetta le liste piene di indagati e fascisti, pur di essere dentro un’apparato? Ma dai…

  • Guido Conti

    La sinistra che verrà se verrà non dovrà avere nel suo coagulo il classicismo organizzativo trito ed inefficace e l’identità percostituita sia nel senso del dichiarativismo ( se ci si definisce di sinistra che vuol dire oggi?) e di conseguenza nell’opzione alleanze…penso che in Italia sia giunto il momento di darci un linguaggio comune e disarmato….parole come truppe. esercito, armi ecc….sono da bandire…come le correnti, i capi bastone, quelli che contano di più ecc…..si può e si deve partire dai valori di fondo ( partecipazione, uguaglianza, equità, disarmo, redistribuzione nello sviluppo ecologico) e smettere di accasarsi su poltrone carrieristiche amministrative come vedo accadere in Emilia Romagna da anni, salvo qualche caso di dissociamento da questo orribile e destro modus operandi….Se il paradigma dell’accumulazione capitalistica non si mette in discussione secondo me c’è poca sinistra, ma non per rivendicare slogan finto marxisti o fare testimonianza sterile, ma per ricominciare a fare una critica seria e profonda sul fatto che sinistra oggi vuol dire GRECIA!!! Cioè un programma ideologico, socio-economico che rovescia la finanziarizzazione dell’economia, che rompe con la presa bioploitica del potere, che si affida alla democrazia e la pratica tutti i giorni ( per esempio un incarico/funzione o due a testa come massimo, circolarità e unità sulla politica) e come si vede ciò fa saltare i nervi perché ostinata e convinta e produce entusiasmo, certezza dell’agire, scommessa sul buon contagio…..ai cosiddetti potenti d’europa…
    Un saluto speranzoso!!!