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Martedì, 24 marzo 2015

Smeriglio: se la minoranza dem va avanti così Renzi governerà per vent’anni. D’Alema? Le avesse detto 15 anni fa le cose che dice oggi

smeriglio

Dal quotidiano il Manifesto intervista a cura di Daniela Preziosi.

Mas­si­mi­liano Sme­ri­glio (Sel, vice­pre­si­dente del Lazio) nella sini­stra Pd volano stracci. Ma su una cosa sono uniti: nes­suno lascerà il Pd. Pun­tate ancora sulla loro rot­tura o ormai avete archi­viato l’idea?
Il tempo non è infi­nito, si sta disper­dendo un patri­mo­nio cul­tu­rale e umano immenso. Dopo aver detto obbedisco sulle riforme costi­tu­zio­nali, deci­dere di fare dell’Italicum il ter­reno di scon­tro non mi pare bril­lante. La verità è che la’ditta’ di Ber­sani non esi­ste più . È stata modi­fi­cata gene­ti­ca­mente da Renzi ma anche da vent’anni di pen­siero unico delle compatibilità.

Cuperlo ha denun­ciato le respon­sa­bi­lità della vec­chia sini­stra ’di governo’. Lei ade­ri­rebbe all’associazione di D’Alema?
D’Alema ha avuto la sua occa­sione per fare cose di sini­stra e l’ha persa. Se quin­dici anni fa avesse detto le cose che dice oggi, io mi sarei iscritto alla sua asso­cia­zione. Forse per­sino al suo partito.

A sini­stra c’è una cosa nuova, la coa­li­zione di Lan­dini. Ma i par­titi, come il suo, non sono invitati.
Nella ver­ti­cale del potere che anni­chi­li­sce corpi inter­medi e con­flitto, la coa­li­zione sociale è bene­detta. Sel farà la pro­pria parte per soste­nerla. In par­la­mento e nella società. Dispiac­ciono le parole di Ste­fano Rodotà quando accusa Sel di boria di par­tito. Pro­prio a noi: abbiamo difetti, ma non siamo iden­ti­tari. Anzi siamo così impegnati sulla ricerca che rischiamo di somigliare a una cate­go­ria dello spi­rito  più che a un’organizzazione politica.

Pode­mos si afferma in Spa­gna, Syriza ha vinto in Gre­cia. In Ita­lia la sini­stra non trova l’energia per fare un salto di qua­lità. Perché?
Per fare Pode­mos ci vuole un con­flitto gene­ra­liz­zato alle spalle e 30 anni di età, non 30 anni di scon­fitte alle spalle. Ci vor­rebbe umiltà, gene­ro­sità e il corag­gio di vol­tare pagina. E idee in lin­gua con­tem­po­ra­nea. Red­dito minimo, eco­no­mia col­la­bo­ra­tiva, start up, par­tite Iva.

Tutta la sini­stra ha un irre­di­mi­bile destino di conflittualità?
No, se la sini­stra inve­ste su inno­va­zione, pro­getto, con­flitto e pro­cesso par­te­ci­pa­tivo. E rot­tama le pra­ti­che autoreferenziali.

Ma nel frat­tempo il coor­di­na­mento della sini­stra, varato a gen­naio a Human Fac­tor si è arenato?
Human fac­tor è stato un pieno di ener­gia. Se non si è fatto un passo in avanti sul ter­reno orga­niz­za­tivo dipende dai com­pa­gni della sini­stra Pd con­ge­lati nel limbo dei penul­ti­ma­tum. Siamo pronti a soste­nere un nuovo processo poli­tico da domani. Se così non sarà, ripar­ti­remo dalle ener­gie che hanno ani­mato le gior­nate di Milano. Ma il mio appello di cuore a Civati, Fas­sina, Cuperlo e agli ani­ma­tori delle espe­rienze nate intorno alla lista Tsi­pras è che il tempo è adesso.

È stato uno slo­gan anche di Renzi. Che ha il vento in poppa.
Renzi sin qui ha vinto tutte le mani del palazzo. Ma la crisi con­ti­nua a pro­durre ingiu­sti­zie e povertà. Noi siamo all’opposizione del par­tito della nazione fon­dato sul mar­ke­ting, ma non ci faremo peri­me­trare nell’angolo della sini­stra afona e insieme paro­laia. Siamo pronti a discu­tere di cose con­crete, a par­tire dal red­dito minimo garantito.

Alle regio­nali Sel sta­volta non sarà alleanta del Pd in alcune regioni. A Milano Pisa­pia non si rican­dida. Si apre una nuova pagina?
Pesa anche sul ter­ri­to­rio l’ipoteca ren­ziana, ma ci sfor­ziamo di valu­tare caso per caso. Veniamo dal suc­cesso di Cas­son alle pri­ma­rie di Vene­zia. Faremo l’accordo col Pd in Veneto, Umbria, e Puglia. È posi­tiva la rot­tura in Ligu­ria e il per­corso ini­ziato con Pasto­rino e Cof­fe­rati. In Toscana è stato Rossi, da buon tardo ren­ziano, a non volerci in coa­li­zione. In Cam­pa­nia stiamo ragio­nando su chi met­tere in campo. Altrove abbiamo scelto per­corsi mino­ri­tari che rispetto ma non con­di­vido. Insomma, nono­stante Renzi, noi ten­tiamo di tenere aperta la prospettiva dell’alternativa di governo. Il migliore dei mondi pos­si­bili per Renzi è quello con la destra a Sal­vini e la sini­stra fuori dal governo. Se suc­ce­derà, il par­tito della nazione gover­nerà vent’anni.

 L’alleanza nel suo Lazio tiene?
Più che solida, anzi è un modello di governo che fun­ziona: dà rispo­ste sia su come uscire dalla crisi, sia sull’attenzione al bilan­cio. Ma sem­pre senza lasciare indie­tro le persone.

Dal quotidiano il Manifesto

 

 

Commenti

  • francesco

    Però non dici che tutta la Sinistra ligure (PRC, PDCI, L’Altra Europa,Verdi e un pezzo di SEL, più alcune Liste Civiche) appoggiano invece Giorgio Pagano, ex dirigente PDS e iscritto a SEL dal 2011.
    Cui prodest?

  • francesco

    Da una celebre poesia del poeta ligure Eugenio Montale : “Smerigliare” pallido e assorto…

  • UMBERTO

    Caro Smeriglio..chi te lo ha detto che in Umbria sel fara’ l’accordo con il pd ?? forse te l’hanno detto coloro che hanno fatto l’accordo con la marini prima di fare il confronto sull’alleanza con gli iscritti sel dell’umbria..
    devi tener presente comunuqe che il circolo di terni non e’ d’ accordo sull’ alleanza con il pd …per i motivi che tu hai teste’ elencato ..ciao umberto

  • Giovanna Morelli

    mi dispiace ma non è possibile continuare a fare la battaglia al governo Renzi ed andare a elezioni regionali o comunali col PD,io faccio volantinaggio tutte le settimane e le persone,quando porgi il volantino di SEL ti rispondono tanto siete tutti uguali,VORREI POTESSIMO DIFENDERCI,il resto del tuo articolo è buono ,certo occorre anche che, molti che già governarono poco o molto, si mettessero con la pancia a terra a lavorare nei territori umilmente ammettendo che qualcosa allora sbagliarono ecc ecc.

  • francesco

    Per alcuni sedicenti “compagni” al primo posto viene l’alleanza a prescindere, per garantirsi la cadrega. E’ urgente un “repulisti” interno per allontanare i carrieristi di mestiere che proliferano a go-go in tutte le formazioni della sinistra.

  • luciano li causi

    Spariamo a palle incatenate contro le politiche renziane ogni giorno, nel Paese ed in Parlamento, e poi si compiono scelte sciagurate di ‘governo’ con il PD in molte regioni italiane. Scelte difficili da comprendere, come quella compiuta dai compagni veneti che sostengono la candidatura Moretti, per gran parte del nostro elettorato reale e potenziale. Esperienze alternative, di unità a sinistra, vengono definite da Smeriglio ‘minoritarie’, ed implicitamente condannate. Nè Syriza, nè Podemos, nè Die Linke nei loro rispettivi paesi hanno potuto affermarsi senza differenziarsi nettamente dai partiti socialisti (pasok, Psoe ed Spd), dalle loro politiche e dalle loro identità. Le alleanze locali vengono soltanto dopo, eventualmente… In questa fase ci vorrebbe una coerenza di comportamenti che SEL, disgraziatamente, non ha. Il 3.5% o 4% dei sondaggi, cui SEL è inchiodata, rivela impietosamente che i nostri comportamenti non sono particolarmente apprezzati.

  • alberto ferrari

    per altri viene il “contro” a prescindere.

  • Dario

    Assolutamente. In molte regioni, Sel è piena di Gennari Migliori. Ecco l’unico, enorme problema. Che si spera verrà meno con un soggetto unitario (attendo ancora il coordinamento delle sinistre…).

  • Dario

    Falso. Persino Ferrero ha detto pubblicamente di appoggiare Pastorino. E poi Pagano fa solo politica da più di venti anni ininterrottamente… La fuoriuscita di un PD alla Camera è una cosa abbastanza importante.