Solidarietà a Mimmo in lotta contro i licenziamenti ingiusti di Marchionne
Un altro operaio è salito in cima ad una pericolante ciminiera dell’ex-Italsider di Bagnoli, a 86 metri di altezza, per attirare l’attenzione sul suo licenziamento e quello di altri quattro operai dello stabilimento FIAT-FCA di Nola, avvenuto nel giugno del 2014.
I licenziamenti sono avvenuti a seguito di una “rappresentazione” di questi operai fuori dall’azienda, per ricordare i lavoratori cassaintegrati che si sono suicidati, per il disastro sociale in cui, loro malgrado, vivono e subiscono da anni, come la mancanza di dignità e di prospettiva di lavoro: e non importa se si buttano sul lastrico cinque famiglie, il tutto nell’indifferenza di gran parte della politica e delle istituzioni locali e nazionali, che proprio non vogliono vedere o peggio non vogliono sapere quello che succede realmente nel mondo del lavoro.
Un prete da sempre vicino ai lavoratori, Don Peppino Gabardella, ha risposto all’appello di Mimmo recandosi l’altra sera sotto la ciminiera per recitare con lui una preghiera attraverso il cellulare, affinché Mimmo possa tornare sano e salvo dalla ciminiera.
A fronte del flop del Jobs Act, che ha scaricato sul bilancio dello Stato costi pesantissimi con gli sgravi contributivi e non ha aumentato l’occupazione, l’unica cosa certa che rimane è la libertà di licenziamento, che viene utilizzata dalle aziende per liberarsi di lavoratori considerati scomodi e per lanciare messaggi agli altri affinché non osino rivendicare i loro diritti.
Occorre cancellare i licenziamenti ingiusti e abrogare il Jobs Act, avviare una reale politica di sviluppo economico che crei occupazione vera e stabile, con tutele effettive, contro lo strapotere di certe aziende, nazionali o multinazionali: di questo dovrebbero occuparsi la politica e le istituzioni tutte, mettendo al primo posto la dignità delle persone.