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Giovedì, 25 settembre 2014

Sospesi dal lavoro dopo aver partecipato a “Presa diretta” su Rai 3. Airaudo: dimostrazione quanto servano i diritti nel lavoro

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«Ciò che sta accadendo nel paese reale con il caso dei due autisti della “Trotta Bus Service”, sospesi dal servizio dopo essere stati intervistati dalla trasmissione di Rai3 “Presa Diretta”, dimostra quanto servano i diritti nel lavoro. Diritti come quello di parola, di critica e di informazione fino ad oggi difesi dall’art. 18. Sel non lascerà soli i due lavoratori e depositerà un’interrogazione urgente al governo. Anche da questi episodi si capisce che non si possono togliere i diritti, ma che è necessario estenderli». Così Giorgio Airaudo deputato e responsabile nazionale lavoro di Sel ha commentato l’incredibile fatto occorso a Roma.

L’accaduto ha dell’incredibile. Due delegati sindacali dell’Usb sospesi dal servizio per avere concesso un’intervista alla trasmissione tv della Rai “Presa Diretta” incentrata sui problemi del trasporto pubblico a Roma e andata in onda il 21 settembre. E’ quanto successo a Ilario Ilari e Valentino Tomasone.

Nella nota del sindacato di base si legge: “Sospesi dal servizio in via cautelativa dalla loro azienda, la “Trotta Bus Service”, dopo essere stati intervistati dal programma di Rai 3″. “Per protestare contro questi provvedimenti l’Usb ha occupato la sede dell’assessorato alla Mobilità del Comune di Roma, dato che la Trotta è una delle società facenti parte del Consorzio Roma Tpl, che gestisce in appalto il 30% del servizio bus nella capitale”.

«Nelle lettere inviate ai lavoratori – prosegue Walter Sforzini dell’Usb – si contesta la loro presenza in trasmissione senza alcuna autorizzazione da parte aziendale e l’aver rilasciato al giornalista inviato ‘dichiarazioni inerenti il parco automezzi aziendale circolante e la relativa manutenzione delle vetture altamente lesive dell’immagine dell’azienda».

«Crediamo che le immagini trasmesse parlino chiaro – evidenzia Sforzini – i lavoratori non hanno rilasciato nessuna dichiarazione diversa da ciò che proprio le immagini hanno mostrato, ovvero una vettura guasta al capolinea, proprio durante l’intervento di un meccanico; un autobus che ad ogni inserimento di marcia scaricava l’aria dei servizi automezzo e rischiava di bloccare la vettura».

«La sospensione dei nostri delegati che potrebbe preludere al loro licenziamento, appare come un’azione di ritorsione nei confronti della nostra organizzazione sindacale, che da anni denuncia questo tipo di mancanze alle istituzioni responsabili del servizio. Alla luce di ciò l’Usb chiede l’annullamento immediato delle sanzioni nei confronti dei delegati e l’attivazione delle necessarie verifiche sulla corretta applicazione del capitolato d’appalto con il Consorzio Roma Tpl», conclude Sforzini.

E sulla vicenda interviene anche il conduttore della trasmissione, il giornalista Riccardo Iacona: «Sarebbe opportuno che anche il sindaco Ignazio Marino si facesse carico di questa storia». «La Tpl è il consorzio a cui Roma Capitale ha appaltato il servizio, li paghiamo noi quelli della Tpl, con soldi pubblici e non può essere che due autisti, peraltro delegati sindacali, debbano rischiare il licenziamento perché hanno denunciato quello che è sotto gli occhi di tutti, che i mezzi sono vecchi e si rompono ogni giorno. Che il sindaco Marino chieda conto alla Tpl dello stato pietoso del parco mezzi che gira per la Capitale» ha concluso Iacona.

Firma la petizione per il reintegro dei due lavoratori

Commenti

  • luca68

    non saranno ne’ i primi ne’ gli ultimi…grazie renzi,questo e’ soloil primo caso di come metteranno in pratica la tua politica di” ammodernamento” del mercato del lavoro.non bisogna essere conservatori dai…

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Ho visto il servizio ieri sera sul Tg3. Insieme ai lavoratori sospesi solo l’Usb. Alla CGIL la questione non interessa? Ma figuriamoci, la CGIL ieri si è fatta sentire solo per dirsi disponibile a trattare sull’art. 18 sulla base della buffonata della minoranza PD (entrata in vigore dell’art. 18 dopo ben 3 anni di contratto a tempo indeterminato, e già parlano di 4, un’autentica presa per il culo). Che tristezza, una volta si sarebbero comportati in ben altra maniera, ma sembra che anche a loro i diritti non interessino più.