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Mercoledì, 8 luglio 2015

Stop alle gare d’appalto al massimo ribasso! La svolta di Bologna

bologna

Nei primi mesi del 2015 il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato una proposta largamente condivisa, poi votata anche in sede di approvazione di bilancio, per archiviare la pratica delle gare d’appalto al massimo ribasso. Oggi, con l’accordo di sindacati e associazioni di categoria, si compie un percorso che da mesi portiamo avanti con il Gruppo Consilare di SEL.

Viene così ribaltata la prospettiva dei bandi che competono solo o prevalentemente sul prezzo, a cominciare innanzi tutto dai servizi alla persona, per ingaggiare la competizione sulla qualità incentivando una logica di co-progettazione con le realtà presenti sul territorio.

Con questa decisione Bologna, sottoposta come tutti i comuni italiani a gravi tagli e vincoli di spesa, dimostra che si possono fare scelte di qualità anche nell’ambito di bilanci comunali difficili, che non sempre spendere meno significa risparmiare, che questa situazione di crisi deve vederci comunque e sempre lungimiranti e in grado di prendere decisioni di lungo respiro.

Le regole che ci diamo come Enti Locali per i bandi e gli appalti pubblici per l’acquisto di beni e servizi possono giocare un ruolo propositivo di spinta all’innovazione e al miglioramento:

  • in primo luogo della qualità dei servizi e dei beni stessi che acquistiamo, dunque contribuendo in senso lato alla ricchezza e al benessere della comunità cittadina, ma anche in senso economico stretto perché beni e servizi di migliore qualità si intendono più durevoli, sostenibili, equi, vantaggiosi nel rapporto qualità/prezzo, secondo il vecchio adagio che recita: chi più spende meno spende.
  • In secondo luogo nei confronti della aziende del territorio che con l’Amministrazione Comunale possono concorrere a migliorare la qualità, l’accessibilità, la fruibilità di beni e servizi, la congruità delle retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici e l’innalzamento delle tutele a loro favore e della qualità del loro lavoro.
  • Infine perché la trasparenza e la preponderanza dei criteri qualitativi sui criteri quantitativi o meramente economici sono un deterrente contro l’infiltrazione del crimine organizzato
  • Inoltre, verrà inserito un “curriculum di reputazione” per premiare le imprese più virtuose. Al capitolo lavoro si prevede il rispetto dei contratti nazionali e della clausola sociale, che garantisce in caso di cambio d’appalto il passaggio di tutti i dipendenti, riservando più punti a chi assume lavoratori svantaggiati. Ma il passaggio avverrà con l’obiettivo “del mantenimento dei diritti e delle condizioni retributive di provenienza dei lavoratori”, si legge nell’accordo. Compreso articolo 18 e altri diritti: quanto basta alla Cgil per dire che “il Jobs Act qui è stato neutralizzato”.

Dunque appalti trasparenti che mettano gli indicatori qualitativi al primo posto, possono avere ricadute positive in molti sensi: la buona occupazione è la prima e più la più importante. Buona occupazione significa occupazione stabile, equamente retribuita, che dà luogo a continuità – e questo, specialmente nei servizi è fondamentale – perché solo così avremo servizi di qualità, aziende più innovative e radicate, spazio sottratto alla corruzione e alla criminalità.

Qui una traccia di mozione/ordine del giorno che può essere presentata in tutti i Comuni

Il protocollo d’intesa firmato a Bologna

Commenti

  • edoardo trotta da Genova

    Mi ha sempre meravigliato l’incapacità degli Enti Pubblici di valutare gli acquisti.
    Penne che scrivono per poco, toner che finiscono presto, lavori pubblici così …
    Alla fine la spesa aumenta (e nel caso di lavori la, spesso, cattiva progettazzione li fa triplicare o quadruplicare.
    Tipica è stata la galleria dell’Alta velocità dove un ministro berlusconiano, che precedenemente era costruttore diceva che era colpa del Comitente e il comitente del costruttore (lui) ricostruita …
    Ma, per fortuna non sempre è così; ci sono dipendenti che si sbattono, ma hanno pochi strumenti.
    Bisognerebbe mettere mano anche ai ricorsi al TAR (Genova per esempio ha visto il blocco dei lavori sul Bisagno e … le alluvioni non aspettano (dopo circa 2 anni il TAR ligure ha dichiarato la propria incompetenza …. non è paradossale?).
    Sono queste le riforme che servirebbero, non le CONTRORIFORME di questi governicchi.
    Ma in questo “bailame” qualcuno ci guadagna e TANTO.