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Martedì, 19 maggio 2015

Stop alle trivellazioni in mare. Sabato a Lanciano manifestazione per dire: No Ombrina, Sì al Parco

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Ancora trivelle, ancora un popolo che non ci sta. E’ questo il caso del movimento No-Ombrina che in Abruzzo ha mobilitato tantissime tra associazioni e istituzioni per dire “no” al progetto Ombrina Mare e Elsa 2, e che il prossimo sabato, 23 maggio, vedrà per le strade di Lanciano, in provincia di Chieti, sfilare in manifestazione tutti i suoi sostenitori. Nella stessa area teatina i cittadini abruzzesi chiedono con forza si venga a istituire il Parco Nazionale della costa dei Trabocchi che, invece di metter a rischio la costa con le trivellazioni, e la creazione di un distretto minerario, metterebbe invece in luce le meraviglie naturalistiche del litorale adriatico.

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La piattaforma petrolifera della società britannica Rockhopper causerebbe, con i suoi 6 pozzi di petrolio, migliaia di tonnellate di rifiuti fangosi, gas d’argille e fratturazione idraulica. Inoltre si troverà proprio dinnanzi alla Costa dei Trabocchi anche una nave desolforante destinata allo stoccaggio di olio per una quantità che dovrebbe raggiungere le 50.000 tonnellate. I rischi di incidenti per navi del genere sono molto elevati e lo scarso ricircolo d’acqua che la conformazione del mar Adriatico presenta, in quanto mare “chiuso”, andrebbero ad acuire gli eventuali danni da fuoriuscita di greggio a coste e biodiversità marine.

Il decreto Sblocca Italia, che dichiara ogni attività petrolifera “di carattere strategico”, sta portando alla luce tutte le contraddizioni di un Governo e un Presidente del Consiglio che aveva dichiarato a New York al Summit dell’Onu dello scorso settembre tutta la sua disponibilità a metter il nostro Paese in gioco contro i cambiamenti climatici. Ma a mettersi in gioco sempre più per fortuna sono i cittadini italiani appoggiati da tante associazioni, non solo ambientaliste, e istituzioni che ormai riconoscono tutti i limiti di un modello di sviluppo incapace di tutelare da una parte il patrimonio naturalistico e paesaggistico locale e dall’altra la salute di coloro che vivono quotidianamente i territori.

Già nell’aprile 2013 la città di Pescara aveva visto circa 40.000 persone manifestare un primo dissenso rispetto a tali progettualità, potenzialmente devastanti; ma come sempre l’interesse collettivo viene lasciato da parte d’innanzi all’interesse di pochi privati e lobbie di potere. Il caso abruzzese non è sicuramente isolato. Nella sibaritide in Calabria, ad esempio, la situazione è sostanzialmente simile e altrettanto dibattuta, con il Movimento No-Triv “Magna Grecia” che dopo la manifestazione di Corigliano Calabro dello scorso 28 marzo, continua a dar battaglia alla “Appennine Spa” dichiarando di non esser disposto a lasciar la costa ad una logica di una portata sconosciuta persino ai colonialisti europei del secolo scorso.

I cittadini Italiani insomma continuano a ribellarsi alla continua minaccia di trivellazione nei loro territori, alla spacciata “inevitabilità” di alcuni provvedimenti, chiedendo sempre più tutela al Governo dinnanzi alle grandi compagnie inquinatrici, ma purtroppo le loro richieste rimangono inascoltate. Dimostrazione ultima è l’approvazione in Commissione Ambiente e Giustizia del Senato del metodo dell’Air gun all’interno della Legge sugli Ecoreati così da lasciare ai petrolieri stranieri la possibilità di violentare il nostro Mediterraneo liberamente a danno come sempre del “bene comune”. Le associazioni ambientaliste nonostante il loro dissenso hanno così espresso la loro opinione in merito: “Sono più di vent’anni che ci battiamo per avere la legge sugli Ecoreati e ora ci auguriamo sia approvata definitivamente, così  da mettere la parola fine a quella che è stata una vera e propria corsa  a ostacoli”. Loredana De Petris al contrario dichiara: “Ora chiediamo all’Esecutivo un gesto di responsabilità: che dia parere favorevole al nostro Odg in Aula per sospendere la tecnica dell’Air gun”.

La battaglia parlamentare e territoriale è la dimostrazione della nascita di una nuova coscienza “green”. Noi crediamo che in Abruzzo come in Calabria, come in qualsiasi regione d’Italia, sia arrivato il momento di dimostrare a tutti coloro che abbandonano il nostro Paese in balia dello sfruttamento sconsiderato delle grandi imprese e delle grandi lobbie petrolifere che non siamo più disposti a rimanere passivi spettatori di processi di inquinamento e trivellazione, di deforestazione ed edilizia selvaggia. Non siamo più disposti a vedere distrutti i nostri territori e ammalarsi e morire i nostri cari. Non siamo più disposti a rimanere in silenzio dinnanzi alle ecomafie e dinnanzi alla supremazia di un modello consumistico esasperato che continua a produrre rifiuti e distruggere risorse.

Al contrario è arrivato il momento di gridare, e gridare tanto forte il nostro dissenso quanto sarà necessario affinché si scuotano le menti e si uniscano le energie di tutti coloro che sanno che un nuovo modello di sviluppo compatibile con il nostro ambiente non può più attendere, perché ad essere in gioco non è solo il nostro Pianeta ma anche il nostro futuro. Sinistra Ecologia Libertà, per questo, come dichiarato anche dal coordinatore regionale dell’Abruzzo Tommaso Di Febo, parteciperà ad ogni livello alla manifestazione del prossimo 23 maggio a Lanciano convinta come sempre che la risposta alla crisi italiana non vada ricercata infondo al mare ma nelle bellezze di uno dei Paesi più amati e apprezzati al mondo.

Tutte le informazioni per sabato sulla pagina Facebook dell’evento

Commenti

  • Daniele

    Bell’articolo di Resistenza al partito delle trivellazioni e degli affari inquinanti ! Grazie Antonio.