Studi settore: lotta all’evasione, non al lavoro autonomo
Gli studi di settore per come li abbiamo conosciuti non sono più tollerabili. Essi non possono rappresentare vincoli assoluti bensì parametri che aiutino la ricerca della giustizia fiscale, senza logiche punitive indiscriminate per i lavoratori autonomi. Prendiamo due casi della vita reale che possono portare a conseguenze distorte e inaccettabili nell’applicazione degli studi di settore.
Il primo è rappresentato dall’artigiano o dal commerciante che, soprattutto nel mezzo della crisi, è disposto a ridurre il suo reddito anche al di sotto del limite di sussistenza, ma non a chiudere l’attività; il secondo è quello di chi nel primo semestre ha già sistematicamente ottemperato a tutte le aspettative dei suoi studi di settore e quindi, con la compiacenza di un buon commercialista, può serenamente godersi 6 mesi esentasse.
Ecco, è tempo di smetterla di tassare la miseria di alcuni e di legalizzare l’evasione di altri e per fare questo occorre riformare radicalmente gli studi di settore.
La nostra mozione, ieri approvata dalla Camera, prova a dare un contributo in questo senso.