Sud, Stefàno: non azioni straordinarie ma ordinarietà per recuperare gap
«Fa specie leggere nel tweet di Renzi “molto buoni i dati del turismo, soprattutto al Sud” e sapere che la Puglia non si può raggiungere in questi giorni perché ci sono pochi treni. Il tema purtroppo è sempre lo stesso: da una parte un Sud ricco di eccellenze e potenzialità e pronto a sfoderare orgoglio e a lavorare duramente per diventare protagonista della crescita del Paese, dall’altra i governi nazionali spesso incapaci di offrire al Mezzogiorno chance reali di sviluppo». Lo ha dichiarato oggi, a margine di in conferenza stampa, il senatore Dario Stefàno che ha ha sottoscritto la mozione – a prima firma Roberto Ruta (Pd) insieme ad altri senatori di diversi gruppi parlamentari – con cui si impegna il Governo a predisporre e a presentare in Parlamento, entro il 30 settembre 2015, un piano organico, articolato e puntuale, per il Mezzogiorno con misure per far cambiare verso al Sud e per sradicare le mafie.
«Del resto – prosegue Stefàno- i dati Svimez raccontano di ritardi infrastrutturali, disequilibrio nei trasferimenti di risorse, disattenzione. Raccontano di una questione meridionale mai risolta, e forse nemmeno mai veramente affrontata, ma anche del fallimento delle politiche di assistenzialismo e dell’assenza di una vision per il Sud».
«Un Sud che cresce meno della Grecia ha come conseguenza inevitabile la caduta degli investimenti e un sempre maggiore isolamento rispetto al resto del Paese».
«Ho aderito alla mozione non per chiedere azioni straordinarie ma per restituire l’ordinarietà di un’agenda di governo che includa il Mezzogiorno, un’ordinarietà capace di risolvere il gap infrastrutturale, allentare i vincoli burocratici, recuperare al Mezzogiorno un protagonismo all’interno di una progettualità complessiva e nazionale. Perché non si può immaginare che la ripresa in Italia possa avvenire se il nostro Paese viaggia a due velocità».
«Noi – conclude Stefàno – contiamo sul Sud che non è abituato a piangersi addosso ma a lavorare, proprio come dimostrano quei dati sul turismo, dovuti alla capacità dei territori di saper usare anche le risorse, com’è avvenuto ad esempio in Puglia».
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francesco