Syriza, Podemos, Die Linke, tre laboratori davanti alle Twin Towers della Bce
Il quartiere dove sorge a Francoforte la nuova sede della Bce è, manco a farlo apposta, uno di quelli più malandati della capitale finanziaria tedesca. Dai balconi tutti scrostati delle case popolari ora famiglie intere che affollano i palazzi grigi possono riunirsi e ammirare questa incredibile opera architettonica tutta vetro e cemento, costata qualcosa come un miliardo e trecento milioni di euro. Come si fa quando ci sono i fuochi d’artificio, e lo spettacolo è gratis per tutti, e questo è ogni giorno, basta affacciarsi. Dall’altra parte della strada a due corsie che divide il bello dal brutto, la ricchezza dalla povertà, il successo dalla sfiga, è sempre festa.
Stuoli di mercedes blindate e lucide si infilano dentro “il castello” come dovevano fare un tempo i cavalieri nobili che si recavano a corte. Anche in quel caso, fuori dalle mura, poverissimi sporchi e affamati, probabilmente ammiravano, intimoriti. Dentro le mura, in questo caso, non c’è l’urbe. Il fossato, una trincea di cemento profonda un paio di metri, circonda l’enorme tower, che si staglia per 185 metri penetrando il cielo. Ci sono ponti in cemento ogni tanto, in concomitanza con le entrate che aprono varchi sulla doppia recinzione in acciaio stile carcere di massima sicurezza. Qualcuno vicino a me, un ragazzo dalle origini mediorientali, guarda con il mio stesso stupore quell’enormità: “Twin Towers” sussurra. E a me viene subito un brivido.
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Luca Angeli