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Giovedì, 13 febbraio 2014

Termini Imerese, Landini (Fiom): «C’è il rischio di far pagare un prezzo altissimo a voi e al Paese»

Maurizio Landini

Le parole di Maurizio Landini, leader della Fiom, chiudono la giornata di mobilitazione a Termini Imerese. «Il governo ha fatto dichiarazioni che non ci sono piaciute. Non possiamo accettare che la Fiat si presenti al tavolo su Termini Imerese da osservatore. Il governo assuma le proprie responsabilità favorendo soluzioni industriali, la Fiat le proprie».

Landini, mentre a Termini 1200 persone non sanno quale sarà il loro domani a Roma non si sa ancora chi sarà il capo di governo…. Che messaggio arriva oggi dalla Sicilia?

Arriva un messaggio che c’è bisogno di cambiare questo paese, che per difendere il lavoro e combattere la disoccupazione sono necessarie nuove politiche industriali di nuove politiche di investimento. Serve un governo autorevole che sia capace anche di impedire alle imprese private di andare ad investire in altri paesi abbandonando il nostro.

Che soluzioni possibili ci sono per l’impianto di Termini imerese?

Innanzitutto credo che bisogna rimettere dentro la Fiat la quale pensa che per lei il problema è chiuso e tende a scaricare la chiusura sulla collettività, sui lavoratori e sullo Stato. La Fiat deve essere impegnata ad evitare i licenziamenti e a dare una prospettiva. Dentro questo quadro noi siamo disponibilissimi a discutere e a ragionare su tutti quelli che possono essere seri investimenti di politica industriale e nuovi investimenti sfruttando le competenze e le capacità industriali che questo territorio ha maturato in questi anni.

Poco tempo fa disse che la situazione rischia di diventare drammatica e che la Fiom era pronta anche ad azioni clamorose, crede che sia arrivato il momento?

Che la situazione sia sempre più drammatica mi sembra evidente. A questo punto è chiaro che bisogna decidere insieme alle persone quali iniziative mettere in campo. La Fiom è pronta a non lasciare solo nessuno e non esclude assolutamente nulla. Siamo consapevoli che occorre allargare il più possibile il consenso e la partecipazione attorno alle lotte dei lavoratori che non sono solo lotte per il lavoro ma lotte per la democrazia e per il cambiamento di questo paese. Per dare un futuro ai tanti giovani e precari che oggi esistono e che davanti a se non hanno nessun futuro. Il nostro obbiettivo oggi è unire tutto quello che è diviso e separato, evitando una contrapposizione e una competizioni tra persone. Tutti hanno il diritto attraverso il lavoro di realizzarsi e ad avere una dignità.

Mentre la manifestazione si chiudeva è arrivato l’annuncio da Roma che il tavolo al Ministero dello Sviluppo economico previsto per domani sul futuro di Termini imprese è saltato. Fonti sindacali spiegano che dal Ministero è stato comunicato che la riunione sullo stabilimento siciliano slitta a data da destinarsi.

Intervista a cura dei due compagni di SEL di Termini Imerese, Andrea Massaro e Claudio Azzarello

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