Terremoto Podemos in Spagna. Iglesias: pronti a dialogare con chi difende i diritti sociali e limita i tagli
Terremoto politico, in effetti ampiamente annunciato, in Spagna, dove alle amministrative che si sono svolte ieri il partito anti-austerity Podemos ha avuto una valanga di voti, vincendo a Barcellona e costringendo i popolari ad un testa a testa a Madrid. Il partito del premier Mariano Rajoy ha perso quasi 11 punti rispetto alle elezioni del 2011 ed il controllo di Extremadura, Comunidad Valenciana, Cantabria, Aragón, Castilla-La Mancha e Baleares. Ma la sconfitta simbolicamente più pesante è quella che rischia di registrare a Madrid, città che i popolari governano dal 1991, e dove la coalizione Ahora Madrid guidata dalla formazione politica di Pablo Iglesias che ha avuto il suo primo exploit alle ultime elezioni europee, si è imposta con la candidata Manuela Carmena che, insieme a Ada Colau a Barcellona, sono diventate il volto e il simbolo del cambiamento.
In effetti i popolari hanno ottenuto un consigliere in più, ma non ha i voti per governare da solo, ed è quindi probabile che Ahora Madrid governi in coalizione con i socialisti. A livello nazionale, i popolari si sono attestati al 27/%, poco distanti dal 25,2% dei socialisti che sono anche molto arretrati nelle grandi città, loro tradizionale bacino di voti. Oltre alle dirette conseguenze per l’amministrazione delle grandi città questi risultati elettorali, e l’arretramento dei grandi due partiti storici spagnoli a favore delle nuove formazioni, costituiscono un test significativo in vista delle prossime elezioni politiche, il prossimo novembre.
E da Podemos i primi segnali sono già arrivati. Pronti a dialogare con tutti, salvo che accettino di combattere la corruzione, difendere i diritti sociali e limitare la politica dei tagli alla spesa pubblica. Pablo Iglesiais, leader di Podemos, fissa subito dei paletti chiari al dialogo per le possibili alleanze per governare Madrid ed altre grandi città spagnole dove i suoi voti sono cruciali. «Chi ha applicato la politica dei tagli dovrà fare una svolta di 180 gradi perché è quello che chiede la gente», ha detto il 36enne professore universitario di Madrid ispiratore e leader del partito degli indignados. Partito, ha aggiunto Inglesias questa mattina in un’intervista telefonica, che ha «la mano tesa per dialogare con tutti» a patto che questi abbiano «tolleranza zero contro la corruzione», l’impegno a difendere i diritti sociali e desiderino «limitare la politica degli tagli». Riguardo alla possibilità che vi siano stati già contatti con i leader dei grandi partiti, Iglesias ha detto: «non ho parlato con Rajoy o Sanchez», riferendosi al premier e leader dei conservatori ed al leader del Psoe. «Ma ho parlato con Colau e Carmena e sono molto soddisfatto», ha aggiunto riferendosi alle candidate sindaco delle coalizioni appoggiate da Podemos a Barcellona e Madrid.
Nella foto: Ada Colau che ha saputo mettere insieme Podemos, Izquierda Unida, i rosso-verdi catalani di Icv e altri movimenti cittadini