Thyssen linea dura in Italia, ma in Germania accetta i contratti di solidarietà a Duisburg per salvare i lavoratori
Il governo non si muove e allora ci prova il prefetto Gianfelice Bellesini. La prima iniziativa, di una settimana che potrebbe rivelarsi molto importante per vertenza Tk-Ast, ha provato a prenderla lui. Convocando azienda e sindacati. Un’occasione che i lavoratori – il lungo sciopero non li ha fiaccati – non potevano lasciarsi sfuggire e, infatti, dagli altri presìdi (alle portinerie e in Comune), in molti sono arrivati a rinforzare quello che è in corso proprio sotto la Prefettura. Tanto per ricordare che loro sono sempre lì.
Sindacati e azienda incontreranno il prefetto separatamente. Il primo colloquio sarà tra prefetto e sindacati e successivamente tra Bellesini e la Morselli. Nel frattempo sta circolando, però, la voce che probabilmente l’incontro con l’amministratore delegato non si svolgerà in Prefettura per motivi di ordine pubblico.
Da parte di Ast, infatti, si starebbe mettendo in pratica una nuova iniziativa destinata a far discutere. I forni di ricottura, quelli presenti sulle linee di trattamento dell’area ‘a freddo’ – quella cioè che non produce direttamente acciaio, ma lo rilavora – sarebbero tutti in fase di spegnimento. Normalmente, quando gli impianti sono fermi – come nel caso attuale, visto che lo stabilimento è bloccato dallo sciopero – i forni restano accesi, ma tenuti ad una temperatura ‘di stand-by’ tale da poter essere riportati in fretta a quella ideale per il trattamento del materiale. Tra domenica e lunedì, però, si starebbe provvedendo allo spegnimento totale dei forni. Un evento che produrrà un doppio effetto: meno persone addette alla così detta ‘salvaguardia impianti’ e tempi più lunghi per la successiva ripartenza degli impianti stessi.
Intanto se la ThyssenKrupp di Terni ha puntato sugli incentivi all’esodo – 61 mila euro netti a chi se ne va, che Lucia Morselli sembra intenzionata ad incrementare fino, quasi, ad una novantina e che hanno già fatto registrare circa 130 ‘firme’ di accettazione la Thyssen in Germania ha firmato un accordo che, a Duisburg, prevede una riduzione dell’orario lavorativo a 31 ore settimanali, ai lavoratori ne verrebbero pagate 32, per evitare licenziamenti in uno stabilimento che occupa 4.500 addetti. Lavoreranno tutti di meno e guadagneranno di meno. Tutto grazie al ‘contratto di solidarietà’ del quale, fino ad oggi, a Terni sembra inapplicabile. Fino ad oggi.
fonte Umbria24